Un incontro per guardare al futuro. L'appuntamento è per domani mattina alle 10.30: il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia ha convocato Regioni, Anci e Upi per scrivere insieme le misure per il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 16 gennaio. Un incontro al quale parteciperà in video conferenza anche il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Sul tavolo i dati, regione per regione, ma anche le nuove regole per la zona rossa che scatterà automaticamente in quei territori in cui l'incidenza settimanale è di 250 casi Covid ogni 100mila abitanti, con il Veneto e l'Emilia Romagna che potrebbero essere in questa fascia già alla fine della prossima settimana.
La situazione in Sicilia
La Sicilia per adesso non è a questi livelli ma non è neanche tanto lontana dal raggiungerli e la curva sembra in continuo rialzo. Per capirlo basta guardare l’ultimo monitoraggio del ministero della Salute e dell’Iss, relativo al periodo 28 dicembre-3 gennaio, in cui l’incidenza a sette giorni nel territorio risulta in crescita da 93,57 a 133,52, mentre da lunedì scorso a venerdì, considerando i soli residenti nell’Isola – poco più di 4,8 milioni secondo la rilevazione Istat del primo gennaio 2020 - con un totale di 9775 casi è ulteriormente salita a quota 200. E se è (quasi) impossibile chiudere a 250 questa settimana, a meno di non contare 2500 nuovi casi entro oggi e arrivare ai 12200 totali che basterebbero per toccare l’incidenza indicata dagli esperti, nessuno, purtroppo, può escludere che nei prossimi sette giorni il virus corra alla velocità media giornaliera di circa 1743 positivi necessaria per oltrepassare la soglia critica, visto che ieri e venerdì scorso questa media è stata superata per due giorni consecutivi.
I motivi delle restrizioni
Il giro di vite è stato pensato dall’Iss per due motivi. Il primo: evitare situazioni come quelle del Veneto (ad oggi in arancione) dove, nonostante l’escalation di contagi dell’ultimo mese, non è scattata la zona rossa perché le strutture sanitarie hanno retto e l’indice di contagio (Rt) è rimasto sotto il livello d’allerta massimo. Il secondo: accelerare il tracciamento dei contatti, attività che diventa fluida ed efficiente se l’incidenza si aggira intorno ai 50 casi ogni 100mila abitanti, mentre ad oggi la media nazionale è di circa 166.
Il nuovo Dpcm
Ma cosa succederà con il nuovo Dpcm? Fermo restando gli altri 21 parametri di valutazione del rischio, a cominciare dall’Rt, e al netto del probabile passaggio di alcune regioni a gradazioni di colore più forti o al rosso diretto, anche per chi resta in giallo dovrebbero essere confermati i weekend arancioni con la possibilità di muoversi all’interno dei confini regionali, negozi aperti, bar e ristoranti chiusi. Nei giorni feriali, invece, sarà confermato il giallo «rafforzato», quindi coprifuoco alle 22, bar e ristoranti aperti fino alle 18 e divieto di spostamento tra le regioni, mentre è ancora in forse la possibilità di muoversi una sola volta al giorno in massimo di due persone (e congiunti under 14) per andare a trovare parenti e amici nel territorio regionale, se tinto di giallo, o solo in ambito comunale se si è in zona arancione o rossa. Cinema, teatri e palestre dovrebbero restare chiusi, ma resta in piedi l’ipotesi di zone bianche nelle aree del Paese con Rt sotto lo 0,5.
Il rebus scuola
Da sciogliere anche il rebus scuola, e non è escluso che il governo posticipi il ritorno in classe almeno all’1 febbraio per evitare che ogni regione vada in ordine sparso. Intanto, con un incremento di 726 unità, nell’Isola sale a quota 40398 il numero di attuali positivi e aumentano anche i ricoveri, con dieci malati in più in area medica, dove si trovano 1256 degenti, e cinque in più nelle terapie intensive, dove risultano 205 persone e altri nove ingressi, mentre il virus continua a mietere vittime: 31 i decessi registrati ieri, per un totale di 2695 dall’inizio dell’epidemia.
Zona bianca
Ma l'obiettivo del governo è anche quello di dare un segnale di speranza: per questo nel Dpcm dovrebbe essere introdotta una nuova zona bianca nella quale sarebbero aperte tutte le attività, scuole comprese. Il criterio ipotizzato per accedervi, al momento, sarebbe l'Rt sotto 0,5: una soglia che però ad oggi è ben lontana dall'essere raggiunta dalle regioni.
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