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'Ndrangheta in Piemonte, arrestato l'assessore regionale Rosso per voto di scambio

Roberto Rosso

Nuova operazione contro la 'Ndrangheta in Piemonte, dopo la maxi-operazione di ieri che ha portato a 334 arresti in tutta. Tra le otto persone arrestate stamattina dalla guardia di finanza di Torino, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, c'è anche l’assessore della Regione Piemonte Roberto Rosso, esponente di Fratelli d’Italia. 

L’operazione è scattata nei confronti di soggetti legati alla 'ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

Da quanto si apprende, Rosso, 58 anni, avvocato civilista e una lunga esperienza in Parlamento, dove è stato deputato per cinque legislature e due volte sottosegretario, avrebbe chiesto aiuto alla criminalità organizzata per essere eletto alle ultime elezioni regionali nella coalizione a sostegno del presidente Alberto Cirio. In Regione Rosso è assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione e Diritti civili.

Poche ore dopo la notizia dell'arresto, Rosso è stato espulso da Fratelli d'Italia. A dirlo è la leader Giorgia Meloni. «Mi auguro dal profondo del cuore che Roberto Rosso dimostri la sua innocenza, che non siano vere le accuse che gli vengono mosse. Ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico, perchè in questa vicenda ci consideriamo le prime vittime. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI».

«Roberto Rosso - prosegue Meloni - ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno, chiedendo di essere candidato nelle nostre liste. Come facciamo con tutti i nostri candidati, abbiamo verificato con gli strumenti che un partito ha a disposizione se avesse problemi con la giustizia. Non è emerso nulla e abbiamo deciso di sottoporre anche il suo nome al giudizio degli elettori piemontesi. E’ stato il più votato nelle nostre liste, e per questo è diventato assessore regionale».

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