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I tentacoli della 'ndrangheta in tutta Italia: 334 arresti, indagati pure in Sicilia

L'operazione contro la 'ndrangheta

Gli arresti sono 334, in tutta Italia. Sono il frutto di una maxi operazione dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia per una ordinanza di custodia cautelare del gip di Catanzaro su richiesta della Dda: 260 sono finiti in carcere, 70 ai domiciliari e 4 divieti di dimora.

L'operazione 'Rinascita-Scott' ha disarticolato tutte le organizzazioni di 'ndrangheta che operano nel Vibonese e che fanno capo alla cosca Mancuso di Limbadi. Complessivamente sono 416 gli indagati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose.

Oltre all'ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri stanno notificando anche un provvedimento di sequestro beni per un valore di circa 15 milioni di euro.

L'imponente operazione, frutto di indagini durate anni, oltre alla Calabria interessa varie regioni d'Italia dove la 'ndrangheta vibonese si è ramificata: Sicilia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania e Basilicata. Alcuni indagati sono stati localizzati e arrestati in Germania, Svizzera e Bulgaria in collaborazione con le locali forze di Polizia e in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall'autorità giudiziaria di Catanzaro.

Politici, avvocati, commercialisti, funzionari infedeli dello Stato e massoni figurano tra gli arrestati. Tra loro anche l'avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, il sindaco di Pizzo Calabro e presidente regionale dell'Anci, Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale della Margherita e poi Pd, Pietro Giamborino (domiciliari), il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato (domiciliari). Il gip ha imposto il divieto di dimora in Calabria per l’ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd Nicola Adamo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Tra gli arrestati c'è anche l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, adesso comandante provinciale a Teramo.

L'operazione ha consentito agli investigatori di individuare e disarticolare gli assetti della 'ndrangheta vibonese in tutto il territorio nazionale e all'estero facendo emergere cointeressenze con personaggi del mondo politico e dell'imprenditoria. Inoltre sono stati documentati summit di 'ndrangheta finalizzati al conferimento di promozioni e di incarichi ad affiliati di rilievo. Sono state individuate così le formule rituali utilizzate dai sodali per l'assegnazione del grado di "tre quartino".

"È la più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo". Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri sintetizza l’operazione. "Abbiamo disarticolato completamente le cosche della provincia di Vibo - ha aggiunto - ma ha interessato tutte le regioni d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. E’ stato un grande lavoro di squadra fatto dai carabinieri del Ros centrale, di quello di Catanzaro, e del Comando provinciale di Vibo Valentia", ha poi aggiunto.

Nell'operazione sono stati impegnati 2500 carabinieri del Ros e dei Comandi provinciali che in queste ore stanno lavorando sul territorio nazionale supportati anche da unità del Gis, del Reggimento Paracadutisti, degli Squadroni Eliportati Cacciatori, dei reparti mobili, da mezzi aerei e unità cinofile.

"Da oggi in Calabria si respira un'aria migliore - commenta Nicola Morra presidente della Commissione parlamentare Antimafia -, un'aria che ha il sapore di libertà. Queste continue operazioni devono farci comprendere la potenza di fuoco e di penetrazione delle mafie e quindi la lotta alla criminalità organizzata deve essere il primo punto dell'agenda politica. Non basta un applauso al momento degli arresti ma c'è bisogno di sostegno concreto e continuo per le necessità delle forze dell'ordine e della magistratura. Dall'altra parte tutti noi cittadini dobbiamo avere fiducia nelle capacità di contrasto delle Istituzioni contro le mafie. Ma le Istituzioni vanno protette e rispettate e non abbandonate per mere beghe di partito. Oggi è una bella giornata per chi ha a cuore la legalità".

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