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Terremoto all'Anas, Ciucci rimette l'incarico

La motivazione: «in segno di rispetto per il nuovo Ministro al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas»

ROMA. Viadotti che crollano, ponti che collassano, collaudatori che non collaudano, un fiume di soldi che girano intorno agli appalti Anas. Alla fine il suo presidente, Pietro Ciucci, ha deciso di lasciare. Questa mattina, durante un incontro con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, definito «franco» da chi era presente, ha deciso di dimettersi, come il governo si aspettava, rimettendo il suo incarico a partire dall'Assemblea di bilancio prevista per maggio. Secondo quanto risulta, Ciucci avrebbe ricevuto un messaggio molto chiaro di farsi da parte. Un passo indietro che il governo ritiene necessario per aprire una nuova stagione per i lavori pubblici e per l'Anas, in sintonia con la discontinuità che si sta avviando anche al Ministero dei Trasporti.  Sia dall'Anas sia da fonti di governo si smentisce che la spallata finale alla poltrona di Ciucci l'abbia data la puntata di Report mandata in onda ieri sera, ma vedere tutte quelle strade, tutte nel Sud Italia, sbriciolarsi come biscotti sotto l'onda del malaffare, un qualche effetto deve averlo fatto. L'ultimo episodio, venerdì scorso, con il cedimento di un pilone sull'autostrada Palermo-Catania che ha diviso in due la Sicilia e ancora oggi volavano gli stracci fra governo centrale e regionale per stabilire di chi è la responsabilità.

Prima c'era stato il crollo del viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento, inaugurato, con tre mesi di anticipo, alla vigilia di Natale scorso e crollato dopo appena una settimana. Ai primi di marzo il crollo del viadotto Italia sulla Salerno Reggio Calabria, crollo che è costato la vita a un operaio. Fra un incidente e l'altro si dimettevano i due consiglieri del Cda Anas in quota al ministero del Tesoro e del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maria Cannata e Sergio Dondolini. Da marzo restava solo Ciucci a resistere.  «Non sono abbarbicato alla poltrona. Non sono l'ultimo dei boiardi di Stato, le mie dimissioni sono sempre sul tavolo dell'azionista, ma se il mio azionista avesse voluto chiedermi qualcosa lo avrebbe fatto in modo diretto» diceva il dominus di Anas due settimane fa a chi gli chiedeva se pensasse di fare un passo indietro. Ora quella richiesta diretta deve essere arrivata e Ciucci ha obbedito al suo azionista.

La decisione, si legge in una nota dell'Anas, «è stata presa in segno di rispetto per il nuovo Ministro al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas». Decisioni in materia di governance che arriveranno già il 16 aprile quando si terrà l'assemblea degli azionisti per la la sostituzione dei consiglieri Cannata e Dondolini. L'addio di Ciucci è previsto invece per dall'Assemblea degli Azionisti per l'approvazione del bilancio 2014, che verrà convocata a metà maggio. Anas gestisce 25.000 chilometri fra strade e autostrade è la prima stazione appaltante del Paese. È stata creata nel 1928.

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