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Anas, Ciucci: "Le mie dimissioni non sono legate ai crolli"

Il presidente dimissionario: "Dal governo non c'è stata alcuna pressione"

Pietro Ciucci

ROMA. Le «mie dimissioni non sono collegate ai crolli (di strade ndr) di questi giorni». È quanto ha ribadito il presidente dimissionario di Anas Pietro Ciucci a Radio Anch'io secondo cui si tratta di una decisione legata alla governance della società anche considerando le dimissioni di due consiglieri «per motivi diversi».

«Assolutamente no, non c'è stata nessuna richiesta dal governo. Sono io che ho voluto dimettermi. Il mio è stato un gesto di attenzione verso il ministro». Pietro Ciucci ribadisce a Otto e Mezzo che il passo indietro dai vertici di Anas è stato deciso in autonomia, poi però concede: «posso aver interpretato o anticipato un desiderio del ministro Delrio, o forse di Renzi, questo non lo so. Ho assecondato un desiderio di discontinuità». «Proposi anche a Lupi l'opportunità di un ricambio, ma lui insistette perchè continuassimo assieme» ha anche detto in un altro passaggio. «Formalmente - ha spiegato Ciucci - il mio incarico dura ancora un anno, ma ho sempre detto che l'incarico di un dirigente scade ogni giorno e quindi ho sempre dato la possibilità all'azionista di cambiare la governance in qualsiasi momento. Ovviamente - ha aggiunto - le dimissioni degli altri consiglieri hanno inciso». Ciucci ha anche rivendicato il suo lavoro ai vertici della società: «credo di lasciare una società efficiente. Quando sono arrivato l'Anas non era una società, adesso è una società che può affrontare il mercato. Nel 2005 perdeva 500 milioni di euro. Da sette anni chiude in utili. Approveremo giovedì - ha annunciato - il bilancio 2014 con 18 milioni di euro di utili. Abbiamo ridotto il personale di oltre il 10%, abbiamo azzerato le consulenze».

Ciucci ha anche voluto sfatare il mito di una Salerno Reggio Calabria dai costi e tempi infiniti: «per la Salerno Reggio Calabria abbiamo speso tutti i sodi stanziati, cioè 9 miliardi, abbiamo completato 360 chilometri. Il costo al chilometro è stato di 20-21 milioni, cioè assolutamente meno di qualsiasi altra opera realizzata in Italia e all'estero. Non è vero che i costi sono quintuplicati».  «Non sono l'ultimo dei boiardi di Stato. Ce ne sono molti altri» ha concluso.

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