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Il Milan in testa, Atalanta e Napoli trionfali, poker della Juve a Roma

Rafael Leao, a destra, festeggia il gol

Con il 3-0 sul campo del Venezia il Milan è momentaneamente solo in vetta alla classifica della serie A.  Vittorie in chiave Champions di Atalanta e Napoli, largo 6-2 a Udine per i bergamaschi, 1-0 alla Sampdoria per gli azzurri. Sassuolo a valanga a Empoli, 1-5 con doppiette di Raspadori e Scamacca.

 

Ibra e super-Theo, il Milan passeggia sul Venezia

Gol facile di Ibra dopo 2’ di gioco, raddoppio di Theo Hernandez ai primi tre giri di lancetta della ripresa, 3-0 dello stesso Theo su rigore, dopo una ’paratà (con espulsione) del difensore Svoboda al 59’. Un Milan troppo forte per un leggerissimo Venezia si arrampica di nuovo in testa alla classifica (in attesa delle gare dell’Inter) in una giornata di zero-pensieri per Pioli, che consente di archiviare senza alzate di sopracciglio del bomber numero 11 anche la ‘sostituzionè al dischetto (dopo 5 penalty sbagliati) da parte di Hernandez. Proprio questi due, assieme ad un Leao in grande spolvero, sono stati le armi micidiali sfoderate dai rossoneri al ‘Penzò, in una giornata fredda nella quale il Venezia non è praticamente mai uscito dal guscio. In tutti e 90 i minuti Iil Milan ha dato l’impressione di poter arrivare davanti a Romero ognivolta che decideva di spingere.
Per Zanetti la consolazione che non sono certo squadre della forza dei rossoneri su cui parametrare il proprio campionato, anche se la ‘colpà è stata quella di arrendersi troppo presto alle incursioni di Leao e Florenzi.
Così il primo tempo è a senso unico per il Milan, che subito avanti grazie a una zampata da due passi di Ibrahimovic, dopo una percussione sulla sinistra di Leao. Al 7’ il MIlan è ancora davanti all’area veneziana, ma è bravo Romero a deviare un tiro pericoloso. La reazione dei lagunari è tutta in una conclusione velleitaria di Aramuu, al 10’. La densità tra le linee al centro campo prodotta dal Milan impedisce al Venezia ogni tentativo di costruzione dal basso. I padroni di casa di vedono solo al 38’: punizione di Busio, colpo di testa di Henry che non impensierisce Maignan.
La ripresa si apre subito con una sostituzione per Pioli, che richiama Saelemaekers e mette dentro Messias. Il copione invece non cambia. Al 48’ Hernandeza parte in quarta sulla sinistra, semina Mazzocchi che fatica a contrastarlo e una volta in area, da posizione defilata, fulmina di sinistro Romero sul proprio palo. Da questo momento in poi è come se la partita finisse, il ritmo si abbassa, e il Venezia resta addirittura in 10: Svoboda sbaglia tutto servendo palla indietro sui piedi di Ibrahimovic, riesce a respingere di piede un primo tiro dello svedese, poi sulla replica di Hernandez (con Romero fuori causa) non può far altro che ‘pararè di mano sulla linea di porta. Rigore inevitabile ed espulsione per l’austriaco del Venezia. Dal dischetto Hernandez piazza un missile all’incrocio di destra.
Pioli a quel punto dà il via ad una girandola di sostituzioni (Leao per Rebic, Giroud per Ibra, Maldini per Brahim Diaz), che regalano anche il debutto in serie A per il giovane Stanga, in campo per Florenzi. Ad un quarto d’ora dal termine l’unica nota stonata in casa rossonera: Tonali si fa ammonire per un placcaggio su Johnsen. Diffidato, salterà la gara con il Genoa, ma non quella più importante con la Juventus.

Il Napoli vince ma perde Insigne

Basta un gol di Petagna nel finale di primo tempo per consentire al Napoli di tornare al successo al Maradona e interrompere una serie di tre sconfitte consecutive. La Sampdoria offre una resistenza legate esclusivamente alla impostazione tattica data alla gara da D’Aversa. I liguri non accettano il confronto a tutto campo con gli avversari e preferiscono chiudersi nella propria metà campo con l’intento esclusivo di mantenere inviolata la porta di Audero. Insomma se non è un catenaccio quello attuato dai blucerchiati, è qualcosa di molto simile. Al Napoli non rimane altro da fare che spingere sull’acceleratore, cercando di mantenere alto il ritmo delle proprie azioni offensive e puntando a sfruttare anche le fasce laterali del campo per aggirare la difesa avversaria.
La squadra di Spalletti paga un pò lo sforzo accumulato in settimana nella gara con la Juve e soprattutto l’assenza di tanti uomini tenuti fuori dal Covid e dalla Coppa d’Africa.
La tattica messa a punto da D’Aversa dà i suoi frutti per una lunga fase di gioco del primo tempo durante il quale il Napoli perde anche per infortunio Insigne che al 29’ è costretto a uscire dal terreno di gioco, tra gli applausi di incoraggiamento dei tifosi, per un infortunio muscolare all’inguine.
Gli azzurri trovano il gol al 34’ con Juan Jesus che devia di testa in rete un traversone da destra di Politano, subentrato a Insigne, ma l’arbitro annulla su segnalazione del Var per un fuorigioco del brasiliano. Al 42’, però, i padroni di casa vanno davvero in vantaggio con una conclusione acrobatica di Petagna il quale sfrutta un rinvio corto della difesa blucerchiata dopo un tentativo di penetrazione in area di rigore di Mertens.
Nella ripresa ci si attenderebbe un atteggiamento più spregiudicato da parte della Sampdoria che in realtà rimane ferma sul suo atteggiamento prudente. Il Napoli mantiene una netta superiorità di gioco e gli avversari non entrano quasi mai nella metà campo degli azzurri. Soltanto nel finale D’Aversa si decide a fare qualche sostituzione in chiave offensiva e il baricentro si sposta leggermente di più verso la porta di Ospina. Ma la Sampdoria, in ogni caso, non è in grado di produrre neppure una occasione favorevole per raggiungere il pareggio.
Il Napoli esce dal campo con una salutare vittoria, anche se l’infortunio di Insigne priva Spalletti (negativizzato dal Covid in extremis e tornato a sorpresa in panchina) di una pedina importante in un momento in cui la fortuna non gira sicuramente dalla parte della sua squadra. Le note positive vengono invece dal ritorno di Ruiz, reduce da un infortunio muscolare e dal Covid, e dal debutto del congolese Tuanzebe, che colma in difesa il vuoto lasciato da Manolas, e che potrà dare una mano nella seconda parte della stagione.

 

Poker della Juventus alla Roma

Emozioni a non finire all’Olimpico dove la Juventus vince in rimonta sulla Roma. Dal 3-1 per i giallorossi al 3-4 per i bianconeri che chiudono anche in 10 per l’espulsione di De Ligt ma portano a casa tre punti pesantissimi. Partita bellissima e a ritmi alti sin dalle prime battute. Szczesny si allunga e blocca un colpo di testa di Abraham poi ci prova Chiesa dalla distanza, palla alta sopra la traversa. Il gol è già nell’aria e a trovarlo è la Roma: angolo di Veretout, spizzata vincente di Abraham che anticipa tutti e mette in rete. I giallorossi invocano un rigore per un fallo di mani di De Ligt ma, prima di sbattere sul braccio largo del difensore, la sfera aveva battuto sul suo piede e Massa decide di lasciar correre. La Juventus poco dopo trova il pari: splendida rete di Dybala che riceve un gran passaggio di Chiesa e con il mancino a giro manda il pallone dove Rui Patricio non può arrivare. Nel finale di tempo i bianconeri perdono Chiesa per infortunio (dentro Kulusevki) e la Roma sfiora il nuovo vantaggio con il colpo di testa di Smalling che trova la deviazione di Abraham e termina fuori. Per assistere alla rete giallorossa si deve aspettare poco più del canonico quarto d’ora d’intervallo. Bella azione corale conclusa dal tiro di Mkhitaryan che si impenna per un tocco di De Sciglio e ne esce fuori una parabola imprendibile per Szczesny. Cinque giri di lancette più tardi l’estremo bianconero si trova ancora costretto a raccogliere il pallone dal sacco: questa volta però i meriti sono tutti di Pellegrini, pittore su punizione di una traiettoria perfetta che finisce la sua corsa nell’angolino alto alla destra del portiere. Nel momento peggiore la Juventus si ritrova anche grazie ai cambi e nel giro di otto minuti ribalta completamente il risultato. Il neoentrato Morata mette sulla testa di Locatelli il cross che il centrocampista converte nel 3-2. Poi Kulusevski in mischia sigla il pareggio, inizialmente annullato dal guardalinee per presunto fuorigioco e poi concesso dal Var. De Sciglio infine approfitta di uno svarione di Smalling e batte Rui Patricio per il 4-3 bianconero. Ma non è finita qui. Ancora il Var protagonista per segnalare a Massa che questa volta, sul mani di De Ligt, non si può sorvolare. Rosso per l’olandese e rigore per la Roma, Pellegrini però si fa ipnotizzare da Szczesny. Gli ultimi minuti sono un assalto giallorosso. Il brivido finale è sul tiro di Carles Perez che finisce di pochissimo a lato, il risultato non cambia più.

 

A Empoli Sassuolo show

Il Sassuolo torna alla vittoria con una roboante prestazione al Castellani dove batte l’Empoli 5-1. Per i toscani è la seconda sconfitta consecutiva in casa dopo il 4-2 subito dal Milan a fine 2021. La svolta della partita è l’espulsione di Viti, due cartellini gialli per altrettante trattenute su Berardi in pochi secondi. Dopo quel cartellino rosso cambia la gara, fin lì equilibrata sebbene il Sassuolo abbia dimostrato rapidità e tecnica da vendere.
Raspadori protagonista assoluto con un primo tempo maestoso, l’attaccante della nazionale è veloce e un cecchino assoluto da fuori area. Con Berardi e Scamacca, quest’ultimo tenuto in panchina dall’ex Dionisi (più volte beccato dal pubblico empolese), formano un tridente tutto italiano di assoluto livello e da cui il ct Mancini può attingere a piene mano. Insomma la vittoria del Sassuolo è meritata, con un primo tempo spumeggiante e una ripresa di controllo e cinica. L’Empoli è apparso poco lucido, confusionario rispetto alle ultime uscite, un pomeriggio non buono per i ragazzi di Andreazzoli che ora deve fare i conti con la squalifica di Viti, i già infortunati Haas e Parisi, e Marchizza da valutare.
La gara è molto divertente fin da subito. I neroverdi iniziano alla grande con tre occasioni in tre minuti di Raspadori, Harroui e Defrel poi ancora Raspadori. La gara la sblocca con un rigore Berardi, messo giù in area da Henderson. L’Empoli però alla prima occasione pareggia proprio con lo scozzese che sfrutta un mancato rinvio di Maxime Lopez e batte Consigli. Ancora pericoloso Henderson, poi Viti salva sulla linea un tiro di Toljan. Sale però in cattedra Raspadori che riporta avanti la squadra di Dionisi con un tiro da fuori a girare dopo un’azione personale. Siamo alla metà della ripresa e nel finale l’Empoli ci prova con Pinamonti e Cutrone, subentrato all’infortunato Di Francesco.
Nella ripresa i toscani cambiano qualcosa: Ricci entra per Stulac, Tonelli per l’acciaccato Marchizza, Viti va a sinistra. Sfiora il pareggio l’Empoli con un colpo di testa di Pinamonti su cross di Stojanovic che va poco alto. La squadra di Andreazzoli sembra aver trovato la strada giusta, ma Viti, fuori ruolo, commette una clamorosa ingenuità. Sono due le ammonizioni in neanche un minuto e viene espulso. Andreazzoli corre ai ripari con Fiamozzi per Bajrami, mentre il Sassuolo si gioca le carte Frattesi e Scamacca. In dieci però i toscani soffrono e il Sassuolo gioca in scioltezza. Scamacca chiude la gara sfruttando al meglio un assist di Berardi dopo il recupero palla di Raspadori su Tonelli sul quale c’è qualche dubbio su un possibile fallo per una trattenuta dell’attaccante sul difensore. Ancora Scamacca protagonista: conclusione potentissima da fuori, Vicario la devia sulla traversa, ma sulla respinta per Raspadori è uno scherzo mettere dentro il 4-1. Nel recupero ancora Scamacca sigla il definitivo 1-5. Doppiette per lui e per Raspadori, rigore di Berardi. Dionisi sorride, Andreazzoli dispiaciuto. A fregarsi le mani è Mancini.

 

Udinese travolta, è goleada Atalanta

La partita è senza storia: l’Atalanta passeggia sui resti dell’Udinese e vince 6-2 ma il passivo sarebbe potuto essere ancora più pesante. La differenza non la fanno, però, i nomi scesi in campo dall’inizio (7/11 dei friulani sono gli stessi che hanno quasi battuto il Milan, all’ultima apparizione alla Dacia Arena), ma la condizione fisica: i bianconeri, che non si allenano assieme da 5 giorni, arrancano, corrono poco e male, mentre i nerazzurri sprintano e non hanno nemmeno bisogno di pigiare sull’acceleratore per schiantare gli avversari.
La formazione iniziale di Cioffi la sceglie il virus: il tecnico friulano rispolvera Padelli tra i pali e mette in campo, molti in posizioni improvvisate, tutti gli altri calciatori a disposizione (tranne l’esiliato Stryger Larsen) considerate le 12 positività del gruppo squadra. In panchina ci sono solo diciottenni e la punta Success.
Il Covid toglie forze fresche anche a Gasperini: sono out Zappacosta, Sportiello e Piccoli, assenze che, assieme agli infortuni di Gosens e Zapata, e alla squalifica di Freuler, costringono anche Gasperini a rimescolare le carte. Gli ospiti partono in avanti e al 4’ Muriel - ex fischiatissimo e ancora una volta giustiziere - salta De Maio e spreca di poco a lato. Al 17’ i nerazzurri sono già in vantaggio: cross deviato di Pezzella e Pasalic di testa insacca sovrastando i centrali immobili e sorprendendo Padelli. Nemmeno 5’ e arriva il raddoppio: Muriel scarta mezza retroguardia avversaria e tocca di giustezza. Invece di esultare coi compagni va sotto la curva friulana prima mandando baci e facendo cuori sarcastici e poi zittendola con l’indice sotto il naso. Al 35’ ci prova l’accoppiata Beto-Deulofeu: lo spagnolo dribbla l’avversario e si accentra, ma l’altro ex, Musso (accolto da scroscianti applausi) sventa la minaccia.
L’Atalanta trova autostrade e al 42’ va ancora a segno con Malinovskyi che insacca una corta respinta della difesa su tiro di Pezzella: sull’azione i friulani protestano per un presunto fallo su Molina e Deulofeu viene anche ammonito.
Nella ripresa l’Udinese ci prova e poco prima del quarto d’ora trova la rete con un bolide di Molina che incoccia sulla gamba di Djimsiti e spiazza Musso. Al 32’ la chiude definitivamente Muriel che salta ancora una volta la difesa e spara una fucilata che entra in rete dopo aver sbattuto sul palo. A 3’ minuti dallo scadere c’è gloria anche per Beto, imbeccato da uno splendido assist di Success che lo ha messo solo davanti a Musso: il bomber portoghese ha insacca con freddezza. Al 90’ il pokerissimo lo serve Maehel con un tocco sottomisura nell’ennesima incursione ospite in una difesa friulana totalmente sulle gambe. Prima del triplice fischio c’è anche il tempo per il sesto gol: lo segna Pessina, ancora una volta liberissimo a due passi da Padelli.

 

 

Lo Spezia vince il derby ligure col Genoa

Lo Spezia vince il derby ligure col Genoa espugnando il Ferraris, 1-0, e conquistando un successo che vale oro in ottica salvezza. Al 14' Bastoni la sblocca, poi centinaia di occasioni per il raddoppio che però non arriva. Per i rossoblù sconfitta pesante e poca precisione e imprevedibilità sotto porta contro una rivale diretta. I grifoni, guidati da Tassotti (con Shevchenko fermato dal Covid-19), ritrovano Sturaro dopo la squalifica; in avanti è confermata la coppia Destro-Ekuban, Rovella parte dalla panchina, out Criscito. Dall’altra parte gli spezzini, oltre alle assenze, devono fare a meno del proprio allenatore, Thiago Motta, squalificato e sostituito da Hugeux. Tandem offensivo composto da Verde e Manaj, Gyasi e Reca sulle corsie laterali. Il match inizia con le due formazioni che si studiano, per poi passare al contrattacco. Al 14', però, lo Spezia passa: Maggiore imbecca Verde che serve in area Bastoni. Il laterale controlla e batte Sirigu con un preciso sinistro.  Dieci minuti dopo Aquilotti vicini al raddoppio, ma Sirigu si esalta e dice di no a Maggiore, prima, e Verde, poi. Il Genoa non riesce a rispondere e rischia ancora: Amian dall a destra serve Manaj che calcia di prima, palla fuori di un soffio. Prima della pausa altre due chance per la formazione di Motta con Verde e Manaj. Nella ripresa girandola di cambi e il Genoa prova a rendersi pericoloso. Al 57' Destro supera Erlic e si presenta davanti a Provedel, ma il tentativo del bomber genoano è debole. Sei minuti dopo ci prova Bastoni per lo Spezia: Sirigu è attento e mette in angolo. Al 67' Verde fa tutto bene e si presenta davanti a Sirigu, ma il numero 10 dello Spezia spara alto. Al 90' occasionissima per il pari del Genoa: Pandev in area pulisce un pallone proveniente dalla destra e lo serve a Destro che si cordina col piattone ma non centra la porta. La decide Bastoni, al Ferraris vince lo Spezia 1-0, Genoa ko.

 

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