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La manovra di Baccei, un'altra stretta: “Esclusi anche i forestali con redditi elevati”

I tagli al settore inseriti nella finanziaria, previsto un tetto che lascia fuori gli operai con proprietà e guadagni alti. I sindacati sul piede di guerra

PALERMO. I forestali come i Pip. Anche per loro scatta l’esclusione dal bacino protetto se dichiareranno redditi elevati. È una delle misure principali della Finanziaria che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ha distribuito ai partiti durante il vertice di maggioranza della scorsa settimana. Il capitolo sui forestali è uno di quelli in cui i tagli sono più profondi. E, come nel caso dei dipendenti regionali, la formulazione della norma è più incisiva rispetto agli annunci dei mesi scorsi: «I lavoratori che dichiareranno un reddito Isee superiore a 60 mila euro saranno esclusi».
In realtà il tetto di 60 mila euro è molto elevato (per i Pip inizialmente fu fissato a 20 mila) ma, poiché tiene conto anche delle proprietà e della situazione familiare, non tutti i 26 mila addetti attuali sono al riparo dal taglio. E questo preoccupa Gaetano Pensabene della Uil: «È una norma incredibile. Frutto di una visione assistenzialistica del lavoro forestale che contraddice il concetto giuslavorista della retribuzione legata all’attività svolta».

Ma la Uil contesta soprattutto un’altra norma, quella che punta a ridurre il numero di addetti al servizio antincendio. Oggi sono poco più di 7 mila e hanno il vantaggio, rispetto ai colleghi che si occupano di semplice manutenzione delle aree verdi, di aggiungere allo stipendio un bonus di circa il 20% (10 euro netti al giorno). La norma scritta da Baccei prevede di ridurre ogni anno il contingente dell’anticendio del 20%, dunque 1.400 forestali passerebbero al servizio manutenzione e la Regione risparmierebbe circa 30 milioni all’anno. «Così si fa macelleria sociale e ambientale - aggiunge Pensabene -. Chi spegnerà gli incendi?». Previsto anche il blocco delle indennità di trasferta, che costano 12 milioni.
La Cgil contesta invece le norme su prepensionamenti e blocco del turn over. Baccei prevede di «prepensionare nel triennio 2015-2017 i lavoratori che abbiano compiuto 63 anni».

A questi verrà assegnato «un sussidio di accompagnamento alla pensione di importo lordo pari alla paga giornaliera base calcolata sull’ultima retribuzione percepita, al netto di tutte le indennità, per il numero di giornate del contingente di appartenenza».

E dopo i prepensionamenti scatterà il blocco del turn over. Oggi ogni volta che si libera un posto nelle categorie superiori (che garantiscono più giornate) chi è in quelle basse fa il salto in avanti: chi svolge 51 giornate sale verso la categoria delle 101, e chi fa 101 giornate va verso la categoria delle 151. Con la riforma questa scalata viene bloccata. E la Regione, oltre a ridurre il numero di forestali, risparmierà un milione all’anno. Ma per Salvatore Tripi della Flai Cgil «così si cancella il contratto e si continua a non voler puntare sul rendere i boschi produttivi. Cosa che invece fanno i privati, come abbiamo visto nel caso degli investimenti sulle biomasse».

La bozza di Baccei va oltre le linee concordate con l’assessore alle Foreste Nino Caleca. E di questo i sindacati parleranno alla prossima riunione del tavolo di confronto. I sindacati della funzione pubblica hanno invece già proclamato lo sciopero contro i prepensionamenti e i tagli alle indennità dei regionali. I confederali si fermeranno il 20 marzo, gli autonomi per due giorni di fila in una data ancora da stabilire.

 

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