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Il governo alla prova del Senato, Conte: "Arrogante chi chiedeva pieni poteri" - Video

È in corso la discussione generale in Aula al Senato per la fiducia al nuovo governo Conte bis. Come ieri alla Camera, anche oggi il clima è teso.

Alle 18.12 è iniziata nell’Aula del Senato la prima chiama per il voto di fiducia al Governo Conte bis.

Alle 16.51 è terminata la replica del premier Giuseppe Conte in Aula al Senato in occasione del dibattito sulle linee programmatiche del nuovo governo. Ora proseguono le dichiarazioni di voto sulla fiducia all’Esecutivo.

Alle 16.11 riprende la parola il premier Giuseppe Conte per la replica al dibattito sulla fiducia in Aula al Senato.  «Dobbiamo fare di tutto per poter realizzare le riforme che stanno a cuore al Paese, in una prospettiva di nuova legislatura» europea. «Confido che anche le forze di opposizione diano il loro contributo perché quello che costruiremo in questa legislatura andrà a beneficio di tutti gli italiani», a partire dalla «revisione del patto di stabilità e crescita».

«Molte dichiarazioni indulgono sul passato, sono rimaste ferme all’8 agosto - ha proseguito Conte -. Con una certa arroganza una forza politica unilateralmente ha deciso di portare l’Italia alle elezioni da ministro dell’Interno e sempre unilateralmente e arbitrariamente di concentrare definitivamente nelle proprie mani tutti i poteri: pieni poteri. Se questo era lo schema, l’obiettivo e il progetto è comprensibile che chiunque lo abbia ostacolato, tutti coloro che lo hanno ostacolato per senso di responsabilità e nel rispetto della costituzione, che tutti costoro siano diventati nemici».

«Errare è umano, cercare di dare agli altri la colpa per i propri errori è un modo, in politica, per conservare la propria leadership», ha detto rivolgendosi ai senatori della Lega. «Evocate spesso il concetto di dignità: un concetto molto importante soprattutto sul piano giuridico perchè» si parla «del diritto fondamentale della persona. Ma la dignità per quanto riguarda le funzioni del presidente del Consiglio non si può valutare in base al fatto che sia o meno con voi al governo», ha aggiunto Conte. «La dignità deriva solo dal fatto di servire con onore e massimo impegno il Paese nell’interesse degli italiani. Mi direte cosa c'è di dignitoso nei repentini voltafaccia che ci sono stati nelle ultime settimane».

Sull'immigrazione: «Lavoreremo con i paesi di origine, di transito per contrastare i traffici illeciti, per contrastare l’immigrazione clandestina perchè riteniamo che uno stato sovrano abbia diritto a regolamentare l’accesso nei propri confini, dobbiamo rafforzare il meccanismo dei rimpatri. In questo momento abbiamo pochi accordi e dobbiamo concluderne molti altri. Va gestito anche a livello europeo e dobbiamo lavorare al più presto per modificare».

«Questo governo è stato chiaro: raccoglierà le osservazioni del Presidente della Repubblica. Concludo con una battuta: chi ha una minima educazione giuridica sa bene che possiamo anche scrivere in modo chiaro una disposizione legislativa, ma questa sarà sempre interpretata in senso costituzionalmente orientato. il nostro sistema giuridico ha una impalcatura costituzionale», ha concluso.

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Alle 15.30 è intervenuto il senatore, ex ministro, Matteo Salvini: «Non la invidio, presidente Conte-Monti. Si vede uno quando ha il discorso che gli viene da dentro e quando uno deve eleggere un compitino a cui non crede neanche lui. Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Renzi, Monti. Torno a casa con una poltrona di meno, ma con tanta dignità in più. Lascio voi - aggiunge - a giudicare se questa operazione è di verità, e di coscienza: milioni di italiani non la pensano così».

«C'è un’allergia di una certa sinistra al popolo, alla piazza, quasi che ormai sia un delitto andare in piazza. Ieri in piazza c'era gente sorridente e senza manganelli. Abituatevi alle piazze, siete minoranza nel Paese: voi siete maggioranza solo nei giochi di palazzo per salvare le poltrone. Il governo è basato sulla spartizione delle poltrone e sulla paura del voto degli italiani. E’ questa l’unica paura esistente. Noi rispondiamo con il sorriso amando i nostri avversari».

«Il presidente del Consiglio Conte è inchiodato alla poltrona come le vecchie mummie della prima Repubblica», attacca ancora Salvini. «Sono assolutamente a disposizione del nuovo ministro degli Interni per i dossier aperti. Non per i consigli perché non ne ha bisogno, ma può contare sulla mia leale collaborazione perché si occupa di sicurezza del Paese. Mi auguro che non si pieghi ai ricattucci della sinistra cancellando i decreti sicurezza perché farebbe il male di questo Paese».

«Noi antidemocratici? Abbiamo messo sette ministeri sul tavolo, sottovalutando la fame di poltrone», ancora Matteo Salvini, parlando al Senato. «Buon divertimento. Noi torneremo a governare questo Paese per amore dell’Italia e non per l’amore delle poltrone», osserva il leader della Lega.

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Dopo poco l'inizio della discussione generale sulla fiducia al governo Conte II sono scattati i primi cori, al grido di "dignità, dignità" da parte dei senatori leghisti e di FdI.

Proteste subito riprese dalla presidente Elisabetta Casellati che ha anche richiamato i senatori al rispetto dei tempi della discussione in Aula, dopo un breve battibecco con il senatore
Dem Dario Stefano, interrotto alcune volte da cori dei senatori leghisti.

La Casellati gli ha detto: "Lei sta esagerando" riferendosi ai tempi ma Stefano ha replicato: "Non posso essere interrotto continuamente". Da qui l’intervento della Casellati che ha ricordato che la conferenza dei capigruppo ha deciso che ogni gruppo parlamentare si 'autodetermini' nei tempi e scaduti quelli a disposizione, la presidenza potrà togliere l’audio e quindi la voce ai senatori.

Appena il senatore Matteo Salvini è entrato nell’aula del Senato è stato accolto da un applauso e da cori
"Matteo, Matteo" da parte degli altri senatori della Lega, interrompendo per qualche minuto la discussione generale sulla fiducia in corso a Palazzo Madama. L’ex ministro si è seduto al suo posto accanto al senatore Roberto Calderoli.

Ma la tensione è salita in Aula intorno alle 13 quando la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni ha esposto una maglietta contro il Pd sui fatti di Bibbiano. Bagarre in Aula con la presidente Elisabetta Casellati che ha sospeso la seduta.

Tra gli iscritti a parlare nell’Aula del Senato in discussione generale sulla fiducia figurano tre senatori a vita: Elena Cattaneo, Liliana Segre e Mario Monti. Giuseppe Conte interverrà nell’Aula del Senato intorno alle 15.30. Il presidente del Consiglio prenderà infatti la parola in replica al dibattito generale sulla fiducia che dovrebbe concludersi intorno a quell'ora. Verso le 14.30 prenderà la parola il leader della Lega Matteo Salvini, mentre al momento non è previsto che intervenga in Aula il senatore Pd Matteo Renzi.

Intanto, Gianluca Castaldi, senatore M5s, ai microfoni di Sky Tg24 ha assicurato che tutti i senatori pentastellati voteranno la fiducia. All’appello mancheranno "solo due voti", quelli di Gianluigi Paragone, contrario sin dall’inizio all’alleanza giallorossa, e di una senatrice 5 stelle, assente da tempo dai lavori dell’Aula per motivi di salute. Dunque, per Castaldi i sì M5s alla fiducia saranno 105.

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