La partita si gioca ora sugli inceneritori. Uno dei motivi che ha spinto Roma a bocciare il piano rifiuti della Regione è l'assenza dei termovalorizzatori.
Il ministero, che è in quota M5s, ne chiede due in Sicilia, una soluzione alla quale però i grillini si sono sempre opposti.
Fioccano dunque le polemiche e oggi i cinquestelle hanno provato a spiegare le ragioni delle osservazioni del governo. "Il Ministero dell’Ambiente parla di due inceneritori previsti dal decreto Sblocca Italia che sono impianti in alternativa alla discarica. Musumeci dice che dobbiamo fare le discariche, le dobbiamo aggiornare ma il piano regionale dei rifiuti dice altra cosa perché non completo di alcuni passaggi fondamentali", dice il deputato regionale del M5S all’Ars e componente della Commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, durante la conferenza stampa a Palazzo dei Normanni.
"Se il Ministero vede nel piano che ciò non è previsto allora non può fare altro che scrivere che bisogna fare gli inceneritori secondo lo Sblocca Italia. La nostra linea politica, come quella del Ministero Costa, è quella del No agli inceneritori. Ma questa risposta la deve dare Musumeci nel piano rifiuti e questa risposta non c'è".
Trizzino replica ai cronisti che gli chiedevano se il Movimento 5 Stelle avesse cambiato idea sugli inceneritori in Sicilia.
"Siamo di fronte ad una bocciatura politica netta - prosegue Trizzino -. Queste sono proposte del Ministro, della più alta carica in Italia che si occupa di ambiente, e non possono essere disattese. E’ chiaro che il piano può pure andare avanti così ma vengono disattese tutte queste osservazioni. Questo piano al momento non ha nemmeno il timbro della Commissione Europea perchè vengono dimenticate anche le ultime direttive europee sulla raccolta differenziata".
Se la Regione parla di "approfondimenti in corso", il gruppo parlamentare del M5s attacca il governo Musumeci: "Ha fallito". Mentre Legambiente si scaglia contro il ministro Costa: "Vuole almeno due inceneritori in Sicilia". Ma il ministero, in una nota, sottolinea che la relazione "non esprime alcuna autonoma valutazione circa l'opportunità o la necessità di realizzare impianti di incenerimento di rifiuti con recupero energetico".
Nelle osservazioni i tecnici del ministero sottolineano che "per valutare la sostenibilità del piano" mancano "le informazioni e le analisi tecniche fondamentali". Inoltre "le conclusioni non sono mai supportate da analisi tecniche e la maggior parte dei contenuti riportati risultano inutili a tale scopo".
Ma soprattutto "a livello programmatico importanti decisioni sono rimandate a future valutazioni e non si comprende quale sia il percorso per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata". E nel piano "non si evince quali siano i volumi autorizzativi degli impianti operativi al 2018 né di quelli previsti".
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