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Dpcm, il premier Conte spiega le decisioni: "Misure uniche in tutta Italia effetto negativo"

Le venti regioni italiane divise in tre fasce: gialla, arancione e rossa, con grado crescente di criticità. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato nel corso di una conferenza stampa la suddivisione stabilita in base a 21 parametri, secondo quanto prevede il nuovo Dpcm sull'emergenza coronavirus, che entrerà in vigore il 6 novembre. In zona gialla sono Toscana, Lazio, Liguria, Campania, Sardegna, Abruzzo, Molise, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Basilicata, Veneto, Trentino-Alto Adige e Umbria, in zona arancione Puglia e Sicilia, in zona rossa Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle D’Aosta.

"Oggi disponiamo di un piano molto elaborato, basato su 21 parametri, che è la nostra bussola. Se introducessimo misure uniche su tutto il territorio nazionale produrremmo da un lato misure non efficaci per regioni a maggiore rischio, e dall’altro imporremmo misure restrittive in aree meno gravi", ha spiegato Conte. "Non ci sono regioni comprese in area verde, non ci sono territori che possono sottrarsi ai nuovi regimi di misure restrittive - ha proseguito il premier -. Il nuovo Dpcm entrerà in vigore da venerdì fino al 3 dicembre, con future ordinanze del ministro della Salute verranno forniti aggiornamenti, ordinanze che recepiranno l’esito del monitoraggio periodico".

"Ci aspettano mesi lunghi e difficili, è un percorso che dobbiamo compiere insieme, sorreggendoci, sostenendoci gli uni con gli altri", ha poi aggiunto. Conte ha voluto smentire ogni attrito con le regioni nel varo degli ultimi provvedimenti. "C'è stato ampio confronto con le regioni, questo sistema è stato elaborato ed approvato con i rappresentanti delle regioni che sono parte integrante di questo sistema". E intanto tornano le autocertificazioni, necessarie per chi si sposterà da un comune all’altro delle zone arancioni e rosse. "Saranno collegate ai divieti, gli spostamenti vanno motivati con l’autocertificazione", chiarisce il premier. L’obiettivo è di sacrificare le prossime settimane per arrivare al Natale con maggiore serenità: "Non sto pensando al Natale con veglioni, cene e abbracci tra amici, ma se ci arriviamo con un certo margine di serenità, la fiducia dei consumi non sarà depressa e ne gioverà l’economia", annota il presidente del Consiglio.

Ora, decise le chiusure, il governo pensa ai ristori. Su questo punto Conte rassicura: "Non anticipo una cifra, perchè alla Ragioneria stanno facendo di conto ma ci sono adeguati stanziamenti per questo nuovo decreto Ristori bis, che dovrebbe essere dell’ammontare di 2 miliardi. Abbiamo stanziamenti sufficienti, ma siamo pronti ad andare in Parlamento per chiedere ulteriori scostamenti". Inevitabile un passaggio sui rapporti maggioranza-opposizione: "Le opposizioni hanno rifiutato un tavolo di confronto, non l’ho voluta chiamare cabina di regia. Il governo si assume le proprie responsabilità, non è un problema di condividerle, ma si avverte l’esigenza che in una sfida drammatica per il Paese tutti possano condividere le informazioni, essere coinvolti. Alle opposizioni dico che sul tavolo di confronto la proposta resterà sempre lì". Intanto, a margine della conferenza stampa, il capo dell’esecutivo ha smentito ipotesi di rimpasto nella squadra di governo. "In realtà non mi è stato chiesto da nessuna forza politica di operare dei rimpasti, e dati i temi che stiamo affrontando e la criticità del paese, mi sembra che il tema del rimpasto non sta a cuore delle forze politiche e interessa poco ai cittadini".

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