PALERMO. Oltre mille dipendenti regionali, secondo la polizia municipale, sono radunati sotto una pioggia battente in piazza Indipendenza, a Palermo, per chiedere al governo Crocetta di stralciare le norme sul personale contenute nella finanziaria regionale.
Il presidio è stato organizzato dai sindacati autonomi e confederali, dopo lo stop della trattativa con il governo. Ieri a Palazzo d'Orleans le organizzazioni sindacali, che per venerdì hanno confermato una giornata di sciopero generale, hanno incontrato il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, ma le trattative si sarebbero interrotte perché, secondo le organizzazioni dei lavoratori, per la posizione rigida dell'assessore regionale all'Economia Alessandro Baccei sulla possibilità di rivedere le norme della finanziaria.
In piazza bandiere dei sindacati e cartelli con scritto "Riclassificare tutto il personale regionale" e "Faraone ti preferiamo al forno", in riferimento alle dichiarazioni espresse dal sottosegretario all'Istruzione sullo sciopero dei regionali del 20 marzo. "Diciamo no ai tagli lineari che massacrano la categoria che dieci anni - dice il segretario regionale dei Cobas-Codir, Dario Matranga - non vede un rinnovo contrattuale". Dello stesso avviso Michele Palazzotto della Fp-Cgil: "Le norme sui regionali vanno stralciate dalla finanziaria. Dopo lo sciopero del 20 marzo chiederemo al governo di aprire una trattativa senza gioco delle parti per elaborare un piano di riorganizzazione della macchina amministrativa".
LA CGIL. "A conti fatti il Parlamento siciliano avrà meno di 15 giorni di tempo per approvare la legge di stabilità. A fronte di questo e di una discussione che non sarà inevitabilmente serena, la reticenza del governo sulla reale situazione finanziaria e sul buco delle casse regionali e il muro contro muro col sindacato non sono certo una strategia vincente". Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia. "Oggi - sottolinea - oltre al default finanziario si rischia che salti in aria l'intero sistema economico sociale della Sicilia. Il governo dia immediatamente segno che intende intervenire sui veri sprechi, senza colpire i più deboli: quelli delle partecipate, ad esempio e quelli che si annidano nei costi della politica e in quelli per appalti e forniture". Pagliaro rileva che "se il testo approda in Aula il 20 marzo, tra tempi regolamentari e festività pasquali, i giorni a disposizione dell'assemblea si assottiglieranno, come del resto previsto. Per questo il governo deve mettere in campo proposte serie e credibili che possano ottenere il più ampio consenso”.
Nel video interviste ad Angelo Lo Curto (Siad) e Marcello Minio (Cobas Codir)
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