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Regionali, trattativa nella notte: sindacati spaccati sullo sciopero previsto per domani

La maggior parte delle sigle ha sospeso la protesta mentre Cgil e Uil l'hanno appena confermata e scenderanno dunque in strada per un corteo che attraverserà il centro città fino ad arrivare sotto Palazzo d'Orleans

PALERMO. Si spacca il fronte sindacale e diventa un caos la giornata di sciopero prevista per domani. La maggior parte delle sigle - gli autonomi e la Cisl - ha sospeso la protesta mentre Cgil e Uil l'hanno appena confermata e scenderanno dunque in strada per un corteo che attraverserà il centro città fino ad arrivare sotto Palazzo d'Orleans.
E' l'esito di una lunghissima trattativa andata avanti ieri fino a tarda notte a Palazzo d'Orleans fra Crocetta e i sindacati. L'accordo - non siglato solo da Cgil e Uil - prevede che tutto il pacchetto di norme che prevedono tagli al settore dei dipendenti regionali venga stralciato dal testo attuale della Finanziaria e trasmesso all'Aran. L'Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego aprirà subito un tavolo di confronto con i sindacati. In pratica, ciò che doveva essere fatto con legge, diverrà un accordo sindacale.

Tornano in discussione - almeno in questa fase - i prepensionamenti, la riduzione dell'assegno di quiescenza, la mobilità obbligatoria del personale, il taglio di 600 postazioni dirigenziali con relativa indennità extra, la cancellazione di privilegi legati a permessi e premi o straordinari.
Tutto passerà dal tavolo aperto all'Aran, che dovrà però concludere i propri lavori entro il 15 aprile, prima che la Finanziaria regionale veda la luce. Questo perché gli effetti dell'accordo, cioè i risparmi frutto dei tagli concordati, vanno "calati" nella manovra e tradotti in norme di legge.
Passa quindi la linea di Crocetta e si ammorbidisce la posizione dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei che su queste norme ha incentrato la Finanziaria.


Decisiva l'apertura di credito al governo fatta dai sindacati autonomi: "Valuteremo i risultato della trattativa che si apre all'Aran - spiegano Marcello Minio e Dario Matranga dei Cobas - e se non saranno soddisfacenti annunceremo un nuovo sciopero dopo il 15 aprile in corrispondenza della votazione all'Ars Finanziaria".
Dunque scatta una tregua di una ventina di giorni, necessari al governo per mettere definitivamente a punto la manovra economica.
Ma è' un piano a cui non credono Cgil e Uil che con Enzo Abbinanti, Michele Palazzottto, Enzo Tango e Luca Crimi hanno appena confermato la linea dura: "Nessun accordo è stato raggiunto con il governo regionale e nessun protocollo d’intesa è stato firmato. Domani Uil e Cgil, come già stabilito, scenderanno in piazza per scioperare e per difendere i diritti dei dipendenti regionali. E’ necessario trovare, e subito, soluzioni concrete per i lavoratori della pubblica amministrazione e l’individuazione di risorse economiche reali per il settore. Chiediamo anche la riforma della Legge 10 del 2000 al fine di riorganizzare la macchina burocratica e consentire una giusta professionalità ai dipendenti. Sino ad oggi abbiamo ascoltato solo proclami e false promesse. Non possiamo rimanere schiacciati dalle contraddizioni interne di questo Governo. Manteniamo, quindi, le iniziative di lotta già programmate ma confermiamo la nostra volontà a portare avanti un confronto utile al fine di tutelare tutti i dipendenti”.

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