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Il Covid accelera il Digital, +23 miliardi nel 2020. Gli esperti: “È la chiave per ripartire”

Questo contenuto è stato realizzato in collaborazione con Edgemony.

Dalle crisi nascono opportunità. Sembra una frase fatta (e in effetti lo è), ma non in questo caso. Le conseguenze negative della pandemia da Coronavirus sono state e sono tutt’ora sotto gli occhi di tutti. Ma se ci sforziamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, il Covid-19 un effetto ha avuto: la crescita del Digital in Italia e in tutto il mondo.

Quasi 2 milioni di persone hanno acquistato online per la prima volta nella loro vita. Alcune imprese, anche e soprattutto quelle siciliane, hanno avuto accesso a un pubblico nuovo per la prima volta, tramite siti e-commerce ottimizzati e performanti, e professionisti del digital preparati.

Un incremento prevedibile, considerando un maggior utilizzo delle tecnologie per lavorare da remoto o in smart working (due concetti diversi, ve lo spieghiamo qui), per acquistare online, per giocare e per rimanere in contatto con il mondo. Un effetto che, tra l’altro, ha dato vita a nuove abitudini tra i consumatori digitali, confermando ancora di più quelle già esistenti.

Secondo gli esperti, è questo il momento giusto per le imprese e i professionisti di ripartire da zero, cambiando direzione, acquisendo nuove competenze digitali e trasformando i propri modelli di business adattandoli alle nuove esigenze del mercato. Esigenze e necessità che - secondo le stime - continueranno a crescere nel biennio 2021-2022.

Crescita del digital in Italia (e in Sicilia?)

Dati alla mano, secondo l’Osservatorio B2C del Politecnico di Milano, l’e-commerce è il comparto che ha dato più soddisfazione di tutti: nel 2020, infatti, sono stati raggiunti quasi 23 miliardi di euro (+26%) di acquisti online, ovvero 4,7 miliardi in più rispetto al 2019.

Secondo l’Osservatorio del Politecnico, questi dati rappresentano l’incremento “più alto di sempre”, ma non solo. Sembrerebbe che tutto parta proprio dall’e-commerce (e in generale dal mondo del digital), per arrivare alla costruzione (ancora in atto) di un mercato complessivo a cui gli italiani si stanno sempre più orientando.

A sostegno di queste tesi, ci sono anche i dati del Rapporto Digitale per Crescere di Anitec-Assinform, secondo cui il settore dell’ICT (Information and Communication Technology, ndr) sarà centrale per le imprese, contemplato dai finanziamenti europei e rappresenterà lo strumento fondamentale per rilanciare il nostro Paese distrutto da una pandemia globale.

Addirittura, NetConsulting stima già un incremento della domanda del digitale del +3,4% nel 2021 e del +3,3% nel 2022. Servono, però, determinazione, competenze e un approccio sistemico da parte delle aziende, delle istituzioni e, in ultimo ma non per importanza, dei professionisti che vogliono rimettersi in gioco anche in un periodo incerto come quello che stiamo vivendo.

E la Sicilia? Da qualche anno ormai, anche la nostra Isola sta tenendo il passo all’immenso universo digital. Tra corsi di formazione per futuri professionisti del digital marketing e per le imprese, anche la Sicilia si sta affermando in un panorama in continua evoluzione e crescita. Ma non solo. A causa del Covid-19, tantissimi ragazzi e professionisti sono tornati al Sud dalle proprie famiglie per lavorare per aziende del Nord. Un vantaggio per tutti, sia per le imprese del Nord che per gli stessi professionisti, così come ha spiegato l’Associazione “South Working” in questo articolo.

“E’ stato sorprendente vedere il numero di ragazzi che hanno deciso di tornare in Sicilia per lavorare in remoto per grandi multinazionali del Nord Italia ma anche del resto d’Europa - spiega Marco Imperato, co-founder di Edgemony -. Da quando abbiamo lanciato Edgemony, la domanda da parte dei ragazzi che vogliono lavorare nel comparto digital è stata grandissima. Vogliamo dire a questi ragazzi (così come alle imprese), che se si possiedono le competenze giuste, anche dalla Sicilia si può crescere professionalmente. Il digital rappresenta una grande opportunità che, anche in questo momento di incertezza, non bisogna lasciarsi scappare”.

Digital in Italia: servono competenze evolute di cui siamo carenti

“Durante il primo lockdown, il digital - ha spiegato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, a Inno3.it - si è affermato come leva potete e sostenibile per spingere la ripresa. E’ necessario che le risorse del Recovery Fund vengano destinate a progetti di trasformazione digitale e di innovazione negli ambiti strategici, dalle infrastrutture di rete e all’evoluzione dell’amministrazione pubblica, fino alla creazione massiva di competenze digitali evolute di cui siamo ancora carenti”.

“Ma il mercato digitale sa reagire - continua - è resiliente, un pilastro per costruire il futuro. Non possiamo che avere grandi aspettative”.

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Siamo sempre più digitali

Non ci sorprenderà dunque scoprire che siamo sempre più digitali. Dagli aperitivi online su Google Meet alla spesa, passando per le riunioni su Zoom fino agli acquisti tramite e-commerce in tutto il mondo.

A confermarlo - oltre ad accorgercene già da soli - è Google Trends, che spiega qui come sono cambiate le abitudine dei consumatori durante il lockdown e quali sono le sfide che le aziende e i professionisti dovranno affrontare da ora in poi.

L’aspetto più interessante di tutti, oltre al fatto che l’unico modo che abbiamo per comunicare oggi è offerto dai canali digital - è la velocità con cui tutto ciò è avvenuto. In pochi mesi, infatti, noi utenti (e poi potenziali clienti) abbiamo adottato, chi più chi meno, tutti i servizi online offerti dal mercato attuale, dando vita a nuove abitudini di cui non sapevamo neanche di avere bisogno.

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