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Centrodestra spaccato a Catania e Trapani, Pd e M5S alleati ma non in tutte le città

Coalizioni alle grandi manovre in vista delle amministrative di maggio, a Trapani la base leghista già in campagna elettorale per il sindaco uscente Tranchida

A Catania e Trapani il centrodestra resta spaccato. Mentre Pd e 5 Stelle chiudono un nuovo patto elettorale in due dei quattro capoluoghi al voto a fine maggio.

I segretari del centrodestra si sono riuniti nella sede di Forza Italia, convocati dal neo coordinatore Marcello Caruso. E lì hanno concordato sulla «volontà di far prevalere le ragioni di una sintesi che riproduca lo schema del centrodestra regionale e nazionale nel rispetto delle aspirazioni dei singoli partiti, che siano però legittimamente fondate». Dal tavolo regionale filtra ottimismo («lo schema si sta consolidando in direzione di candidature condivise») ma anche un «monito per l'unità. Per cui singole posizioni distoniche locali non potranno essere riconosciute come posizioni di partito».

Il riferimento in quest’ultimo passaggio è al caso Trapani. Lì gli uomini della Lega sono già in campagna elettorale a sostegno dell’uscente Giacomo Tranchida. Il tutto accade dietro la copertura di liste civiche.

Ma a Trapani l’avvicinamento fra la base leghista e Tranchida è in fase avanzatissima, troppo perché possa interrompersi. Anche se Mimmo Turano ha detto che proverà a tenere unita la coalizione, dubbi sull’opportunità di sostenere il candidato ufficiale del centrodestra, il meloniano Maurizio Miceli, attraversano tutta la sua area. Da cui filtra la delusione per come è finita in passato ad Alcamo, Salemi ed Erice, dove si era presentata la stessa situazione: con la base spostata su un candidato civico e il partito fedele al centrodestra finì con una sconfitta.

Per quanto riguarda Catania il tavolo dei leader del centrodestra si è chiuso con l’invito a Fratelli d’Italia a formalizzare il nome di un candidato su cui poi avviare la valutazione della coalizione. Il partito resta spaccato fra Ruggero Razza e Sergio Parisi (dato in vantaggio nel borsino interno a FdI). E nel frattempo la Lega tiene in corsa Valeria Sudano, suscitando le ire dell’Mpa di Raffaele Lombardo. Il caso è così complicato che la partita potrebbe essere decisa a Roma. Sul piano nazionale la Lega invoca i sindaci di Brescia e Terni e ciò potrebbe portare a una rinuncia alla corsa in Sicilia. Ma più che un fatto questo è un auspicio degli alleati.

Proprio per sfruttare la spaccatura a destra il centrosinistra ha impresso una accelerazione a Catania. I grillini hanno ufficializzato la squadra di assessori che affiancherà il professore universitario Maurizio Caserta in caso di vittoria. Si tratta dell’ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, dell’ex deputata regionale Gianina Ciancio e del capogruppo uscente al Comune Graziano Bonaccorsi. I grillini vogliono pure il vice sindaco.

A Catania il fronte progressista creato dal segretario Dem Anthony Barbagallo e dal leader grillino Nuccio Di Paola è il più ampio possibile: va dal Pd ai 5 Stelle inglobando anche Verdi, Sinistra Italiana e formazioni civiche. Pd e grillini andranno insieme anche a Siracusa. Mentre si sono spaccati anche loro a Trapani. Lì i Dem sostengono, senza simbolo, Tranchida: «È un sindaco uscente del Pd. Una scelta naturale» commenta Barbagallo. Mentre i 5 Stelle vanno insieme a Cateno De Luca a sostegno di Francesco Brillante, che ha la tessera del Pd ma non il simbolo e il sostegno del partito. L’asse Pd-5 Stelle si è rotto anche a Ragusa. E in generale il voto nei 119 Comuni si sta traducendo in una partita su due tavoli dei 5 Stelle, che nei centri principali vanno col Pd e in molti altri hanno sposato De Luca.

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