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La Lega rompe col centrodestra a Trapani, Enzo Bianco ci riprova a Catania

La Lega non c’è, tentata dall’alleanza anomala con pezzi del centrosinistra. Forza Italia rischia di non esserci, provata da scontri e addii che rendono difficile perfino costruire una lista. Le elezioni a Trapani stanno diventando la fotografia degli equilibri nel centrodestra, dove Fratelli d’Italia chiede agli alleati il rispetto del vincolo di coalizione. Una coalizione che gira intorno agli uomini della Meloni.

A Trapani la Lega strizza l'occhio al sindaco uscente Tranchida

La data di presentazione delle liste è ancora lontana ma gli accordi sono già maturi. E in città tutti sanno che il sindaco uscente Giacomo Tranchida potrà contare sull’appoggio degli uomini della Lega. Non è un caso che il sindaco uscente si stia riproponendo senza simboli di partito alle spalle, formalmente alla guida di un progetto civico che sta aggregando aree lontanissime da quel centrosinistra che è stato la sua culla politica.

A Catania Abramo ritira la candidatura, veti incrociati in FdI

A Catania Emiliano Abramo fa un passo indietro: per motivi personali e familiari rinuncia alla candidatura a sindaco di Catania che gli era stata affidata dal tavolo progressista. Enzo Bianco, sindaco più volte a Catania, dopo la prima elezione del 1988, coglie la rinuncia al volo e rilancia la propria candidatura, ufficializzata la settimana scorsa, al di fuori del Pd, del quale è stato fondatore. Dalla parte opposta, il partito di maggioranza del centrodestra, Fratelli d’Italia, appare bloccato dai veti incrociati su Ruggero Razza e Sergio Parisi, cioè tra i patrioti di recente adesione e quelli della prima ora. Elena Pagana, moglie dell’ex assessore regionale alla Salute, tra l’altro, è stata nominata nell’esecutivo di Renato Schifani, sembra su esplicita richiesta del ministro Nello Musumeci, mentre il gruppo che fa riferimento all’ex sindaco Salvo Pogliese, oggi senatore, rivendica il diritto della candidatura a sindaco. In pista, al momento, candidature per così dire minori: l’imprenditore Riccardo Tomasello, l’avvocato Giuseppe Lipera, il «senatore» tra i consiglieri comunali, Lanfranco Zappalà, con 6 consiliature alle spalle.

Nel Ragusano nodi da sciogliere e tanti simboli

A Ragusa una raffica di nuovi simboli, qualche nodo da sciogliere nel centrodestra e liberi tutti sul fronte progressista. Questa, in sintesi, la dinamica delle candidature per le amministrative nel Ragusano, che vede quattro comuni al voto tra Modica, Comiso, Acate e il capoluogo di provincia, dove il sindaco uscente, Peppe Cassì, torna in campo con una coalizione formata da tre liste civiche, Cassì Sindaco, Terra madre, Ragusa prossima, più una quarta che porta il nome di Cateno De Luca, mentre Fratelli d’Italia, dopo la rottura con la giunta, punta adesso su Pasquale Spadola, attore e uomo di cultura, con l’appoggio di Ragusa in Movimento e con le antenne rivolte verso Forza Italia e Lega, che non hanno sciolto riserva. Dall’altra parte, il centrosinistra si presenza spaccato. Il Pd, sostiene il giovane avvocato Riccardo Schininà, insieme a Territorio, Generazione, Demos, Ri-Pensare Ragusa e Patto per Ragusa, nelle cui fila rientra anche Ciccio Barone, ex-assessore nell’amministrazione Cassì, mentre M5S, in dialogo con Articolo Uno e Sinistra Italiana, ha come front runner Sergio Firrincieli, già consigliere comunale.

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