In un clima di grande confusione si è avviato il primo voto per l’elezione del presidente della Repubblica, ed è fumata nera. Non c’è accordo tra le forze politiche che almeno oggi hanno avviato un dialogo, come conferma una nota congiunta Lega-Pd al termine dell’incontro tra Salvini e Letta. La giornata è ruotata sul nome di Mario Draghi ma in serata nel centrodestra persistono le difficoltà su un suo trasferimento al Quirinale. Attivissimo è proprio Matteo Salvini che sta incontrando i leader dei partiti senza soluzione di continuità. C’è il massimo riserbo sui risultati di questi colloqui ma tutti danno per scontato che bisognerà arrivare almeno alla quarta votazione - quando il quorum scenderà alla maggioranza assoluta - per immaginare un esito positivo.
Gli schieramenti impegnati in colloqui frenetici
I protagonisti dei due schieramenti sono impegnati in un tourbillon di colloqui che segnalano la volontà di lasciarsi alle spalle il muro contro muro ma in serata la tensione resta alle stelle. Dopo i tanti nomi annunciati nei giorni scorsi i partiti scelgono di votare scheda bianca, con il consueto inserimento nell’urna di nomi fantasiosi e non, da quello di Piero Angela a Sergio Mattarella. La prima giornata delle votazioni è stata caratterizzata dal drive in montato nel cortile di Montecitorio che ha anche visto arrivare il primo elettore positivo in ambulanza. A rendere più complessa la situazione anche un black out della linea internet che fa impazzire soprattutto i giornalisti visto che non ha pregiudicato lo scrutinio, che è stato fatto manualmente, come da prassi per l’elezione del Capo dello Stato. Il presidente della Camera ha scelto di leggere i nomi usciti dall’insalatiera solo per cognome allo scopo di evitare il trucchetto del riconoscimento del voto. Il vero protagonista dietro le quinte - forse anche troppo per alcuni di Forza Italia - è stato Matteo Salvini che questa mattina ha visto il premier Mario Draghi per un colloquio che doveva restare riservato. «No comment» sui contenuti sia da fonti di palazzo Chigi che della Lega. Sempre Salvini si è consultato con il segretario del Pd Enrico Letta e l’incontro è stato particolarmente importante per l’inizio di un percorso comune tra i due schieramenti che fino ad oggi si sono osservati in cagnesco dalle due sponde del fiume. A segnalare come qualcosa sia cambiato è il Pd.
Il Nazareno conferma l'apertura al dialogo
Il Nazareno infatti ha confermato che esiste «un’apertura di dialogo» con il centrodestra. Per chiudere il cerchio Salvini ha visto anche Giuseppe Conte, il leader dei Cinque stelle che, è bene ricordare, rappresenta il più robusto gruppo parlamentare in questa elezione. Ma in questo schema sembra per la prima volta essersi inserito anche Mario Draghi che ha avuto una telefonata con il segretario del Pd, anche questa seguita da un “no comment» che ben descrive la delicatezza del momento. Naturale quindi che a Montecitorio si sia parlato molto anche del nuovo governo in caso il premier passasse al Quirinale. «A Draghi serve la politica», ha osservato Matteo Renzi alludendo proprio alla necessità di raggiungere un accordo tanto ampio da garantire anche la continuità della legislatura. E non aiuta di certo l’editoriale dell’Economist che alza il tiro con questo titolo: «Il tentativo di Mario Draghi di diventare presidente è negativo per l’Italia e l’Europa». Forza Italia sembra ancora alle prese con la metabolizzazione dell’uscita di scena di Berlusconi e quindi delle determinazioni altrui. Antonio Tajani si è limitato a confermare che per gli azzurri Mario Draghi deve restare a palazzo Chigi. Intanto da Palermo il presidente Mattarella conferma il suo imminente trasloco nella nuova casa affittata a Roma.
5 Commenti
Mah
25/01/2022 04:33
Certo che se davvero la Lega punta su draghi si dimostra subalterna al PD, che da parte sua è chiaro che deve difendere gli interessi delle lobby e dei poteri forti che ormai rappresenta, che con voti o senza voti, con o senza elezioni, gli consentiranno di governare ugualmente per i prossimi sette anni.
L’indignato speciale
25/01/2022 08:15
Una vergogna ... questo dialogo non poteva partire prima .....in piena pandemia perdono ancora tempo con incontri bilaterali, trilaterali, quadilaterali senza concludere nulla. Politica e politici ridicoli Si sapeva che dopo sette anni si doveva eleggere il presidente della repubblica e potevano anche pensarci discutendo due mesi prima.. Adesso assistiamo a questa passerella di schede bianche in attesa che qualcuno abbia un’idea condivisa ... vai a mettere d’accordo tutte le teste di questi politici interessati a tutelare solo gli interessi di partito...
Piero
25/01/2022 09:00
È molto più facile che i partiti tentino di mettersi al governo che Draghi voglia passare al Quirinale. L' Europa vuole Draghi per fare quello in cui i partiti hanno toppato. Semmai è più facile che ad un certo punto Draghi si rompa seriamente le scatole di avere a che fare con i partiti al governo. Ha accettato il ruolo perché gli è stato chiesto, non ne aveva bisogno: gli altri avevano bisogno di lui. Poi che Draghi faccia campagna elettorale per se stesso, come qualcuno ha detto per lapsus freudiano, lo dicono proprio quelli che vogliono mettere i loro. La classe politica si riconferma incompetente e incapace di prendere decisioni comuni.
Raimondo
25/01/2022 09:58
Quello che non si è fatto mai in Italia è lo sbarramento sino a 3 mandati parlamentari, ieri ho potuto notare che c'è una parlamentare che ha una anzianità politica di ben 46 anni.
honhil
25/01/2022 10:24
Gli italiani, e ciò è saputo e risaputo in ogni angolo della terra, sono tutti brava gente! Tutti? Ovviamente, tutti meno uno: Silvio Berlusconi. Per il resto, e in modo speciale per i politici di ogni colore e ideologia, sono tutti dei servitori dello stato. Risorse, insomma a disposizione della Repubblica. A costo di trascurare per almeno un settennato un pochino i nipoti. Poi, ognuno di loro, eccetto Berlusconi che l’ha fatto a cielo e testa e cuore aperti, dietro la facciata, con piratesca attitudine e il pugnale tra i denti, maneggia da par suo. Soprattutto, per continuare a essere, dal più alto dei Colli, il dispensatore di aiuti per la famiglia tutta. Che più allargata è meglio è. Invidiando a Berlusconi la capacità di autonomamente fare favori a manca e a destra attingendo dalla personale borsa. Che appunto per questo va demonizzato, con sinistro piacere.