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Marco Pannella, allestita la camera ardente: l'omaggio dei politici

ROMA. I vertici delle istituzioni e gli amici di una vita, i leader di partiti ormai usciti di scena, i monaci tibetani, i giovani militanti: il caleidoscopico mondo che ha segnato la vita di Marco Pannella si è riversato, per un pomeriggio, a Montecitorio. Nella sala Aldo Moro è iniziato infatti il lungo addio al leader Radicale.

E alla camera ardente allestita a Montecitorio in migliaia giungono per l'ultimo saluto a un politico che, è il giudizio pressoché unanime, ha segnato e cambiato la storia italiana attraverso le sue battaglie civili. Quello di oggi, per Pannella, è l'addio più istituzionale. Nella notte toccherà al partito Radicale rendergli omaggio con una veglia in via di Torre Argentina. E domani sarà invece la giornata del funerale laico in uno dei luoghi simbolo delle battaglie pannelliane: piazza Navona. Oggi, intanto, è soprattutto il giorno del dolore.

A vegliare sulla salma del vecchio leader - giacca e jeans blu, cravatta rossa e pashmina tibetana bianca e con l'inseparabile "braccialetto da ergastolano" al polso - ci sono i compagni di sempre. Emma Bonino, silente e quasi impietrita, siede alle spalle della bara e abbozza un sorriso a chi corre ad abbracciarla. Laura Harth e Matteo Angioli, sconvolti dal dolore e dalle lacrime, attendono in piedi i visitatori assieme a militanti o ex militanti di lungo corso, da Francesco Rutelli a Rita Bernardini da Sergio D'Elia alla compagna di sempre Mirella Parachini.

Arriva, subito dopo la presidente della Camera Laura Boldrini, il premier Matteo Renzi e Bernardini gli ricorda come, un giorno, l'allora sindaco di Firenze fu sgridato da Pannella dopo essersi rifiutato di firmare alcuni referendum sulla giustizia. "Omaggeremo Pannella portando avanti certe sue battaglie anche a livello internazionale", assicura il premier in serata mentre, a Montecitorio, il lungo addio a Pannella si arricchisce di protagonisti. Ci sono Achille Occhetto e Susanna Camusso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e Roberto Giachetti.

Ci sono i monaci tibetani che, in onore dell'antica amicizia con i Radicali, intonano una preghiera, e Ilona Staller, che proprio Pannella portò in Parlamento nel 1987. "Era un istrione ed era immortale. Noi due siamo stati dei trasgressivi", ricorda Cicciolina commossa dopo aver baciato il viso del suo vecchio amico. Arrivano, nel tardo pomeriggio, Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Senato Pietro Grasso. Arrivano i 5 Stelle e deputati che, nei Radicali, hanno basato le proprie origini come Elio Vito, Benedetto Della Vedova, Daniele Capezzone.

Arrivano vecchi compagni di battaglia come Marco Taradash e Gianfranco Spadaccia, accolto tra mille abbracci. L'atmosfera è dolente ma serena. Si parla di Marco, dei giorni della sua sofferenza, della voglia di lottare e dei suoi ultimi gesti. Come la lettera inviata il 22 aprile scorso a Papa Francesco sui migranti. "Ti voglio davvero bene, ti stavo vicino a Lesbo", scriveva il leader al pontefice. Domani, invece, sarà la volta del funerale laico ed è probabile che a salutarlo ci sia una delegazione di detenuti del Regina Coeli. I detenuti di Bologna, invece, per domani hanno annunciato lo sciopero della fame per omaggiarlo. A testimonianza che, anche le battaglie non completamente vinte da Pannella, hanno lasciato il segno.

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