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I filorussi: «Per gli ucraini a Severodonetsk resa o morte»

La guerra in Ucraina: ecco gli avvenimenti di oggi.

22.02  I separatisti filo-russi nell’Ucraina orientale hanno affermato che quattro persone, tra cui un bambino, sono state uccise e 22 sono rimaste ferite nei bombardamenti delle forze di Kiev sulla città di Donetsk, la loro autoproclamata capitale. Secondo la nota dei separatisti, la città di Donetsk è stata sottoposta oggi a un «bombardamento massiccio» da parte delle forze di Kiev, «di potenza, intensità e durata senza precedenti» dall’inizio dell’offensiva militare russa in Ucraina.

20.09 L’Ucraina ha perso un quarto delle sue terre coltivabili per l’occupazione russa di territori nel sud e nell’est del Paese. Lo ha annunciato il Ministero ucraino dell’Agricoltura, aggiungendo tuttavia che ciò non rappresenta «una minaccia per la sicurezza alimentare». «Malgrado la perdita del 25% delle terre coltivabili, la struttura delle colture seminate quest’anno è più che sufficiente per assicurare il consumo» della popolazione ucraina, ha affermato il vice ministro dell’Agricoltura, Taras Vysotskii, in una conferenza stampa.

19.21 Le forze del Cremlino starebbero avendo la meglio negli scontri nell’area industriale di Severodonetsk, dove si trova l’impianto chimico Azot, nei cui bunker hanno trovato rifugio alcune centinaia di civili. Lo riferiscono le milizie filorusse dell’autoproclamata repubblica popolare del Lugansk, secondo le quali le unità ucraine stanno arretrando. «Le truppe nemiche stanno abbandonando le loro posizioni e si stanno ritirando a Lysychansk sotto la pressione di unità della milizia e delle forze speciali cecene», afferma l’ufficio stampa dei separatisti. «Uomini della milizia della Repubblica Popolare del Lugansk e del reggimento per le operazioni speciali Akhmat stanno gradualmente spingendo il nemico fuori dalla zona industriale di Severodonetsk», si legge nel comunicato, «devono lavorare con cura perchè nella fabbrica sono stoccati contenitori con sostanze chimiche e eventuali danni sarebbero fatali».

19.01 L’Ucraina ha perso un quarto della sua terra coltivabile a causa dell’occupazione russa di alcune regioni, nel sud e nell’est. Lo ha reso noto oggi il ministero dell’Agricoltura ucraino, senza che ciò costituisca tuttavia «una minaccia alla sicurezza alimentare» del Paese. «Nonostante la perdita del 25% della terra coltivabile, la struttura delle colture seminate quest’anno è più che sufficiente per garantire il consumo» della popolazione ucraina, ha affermato il viceministro dell’agricoltura Taras Vysotskii.

18.29  Il Collegio dei commissari dell’Unione europea ha tenuto oggi una prima riunione sulla concessione all’Ucraina, ma anche a Georgia e Moldavia, dello status di Paese candidato all’Ue. Venerdì si terrà la riunione del Collegio che esprimerà il parere ufficiale. Il 23-24 giugno dovranno invece esprimersi i capi di Stato e di Governo che sembrano ancora divisi in merito. Giovedì, secondo le anticipazioni, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si recheranno in visita a Kiev. Potrà essere l’occasione per fare un primo punto sull'ammissione alla candidatura. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è stata a Kiev sabato e ha confermato «il massimo impegno» per arrivare al parere entro la fine della settimana. «Il percorso per l’adesione è noto, è basato sul merito», ha detto al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

17.16 Le truppe ucraine stanno bombardando Donetsk, dove si sentono esplosioni dal centro della città. Lo riferisce Ria Novosti, dopo che oggi le milizie separatiste filorusse avevano denunciato un altro attacco, a loro dire, sferrato delle Forze di Kiev, contro il mercato Maysky nel distretto Budyonnovsky sempre a Donetsk. Secondo i separatisti, nell’attacco al mercato sono morte tre persone, tra cui un bambino e altre 18 sono rimaste ferite.

16.56  Le forze russe hanno colpito con un attacco missilistico la città di Pryluky, nel Nord dell’Ucraina, secondo quanto riferisce Vyacheslav Chaus, governatore della regione di Chernihiv, su Telegram. Pryluky è a 150 chilometri a Est di Kiev e ha una pista dell’aviazione militare. In seguito all’attacco sono stati evacuati quattro villaggi vicini. L’esercito russo aveva inizialmente invaso la regione di Chernihiv, ma ad aprile si è ritirato.

16.30 Sette corpi sono stati scoperti oggi in una nuova fossa vicino Bucha, la cittadina ucraina dove ad aprile erano stati rinvenuti centinaia di civili uccisi dopo la ritirata russa.
«Sette civili sono stati torturati dai russi e poi giustiziati con un proiettile in testa», ha detto su Facebook il capo della polizia di Kiev Andriï Nebytov, aggiungendo che “diverse vittime avevano le mani e le ginocchia legati». «Questa fossa è stata scoperta oggi, proprio dove erano di stanza i soldati russi, vicino al villaggio di Myrotské», che si trova rispettivamente a 10 km a nord-ovest di Bucha e a 35 km da Kiev sullo stesso asse, ha aggiunto.

15.19 Le forze ucraine sono bloccate a Severodonetsk e «quelle unità militari ucraine che sono lì hanno due opzioni: seguire l’esempio dei loro colleghi e arrendersi, o morire. Non hanno altra opzione». Lo ha detto in un incontro con la stampa, come riporta Ria Novosti, il vice capo del dipartimento della Milizia popolare della sedicente Repubblica Popolare del Donetsk Eduard Basurin. Secondo lui, ieri i soldati delle Forze armate ucraine hanno fatto saltare in aria l’ultimo ponte che collegava Severodonetsk con Lisichansk , e ora non possono lasciare la città.

14.52 «La pace è possibile. La domanda è che tipo di pace? Perchè se l’Ucraina ritirerà le sue forze e smetterà di combattere, l’Ucraina cesserà di esistere come nazione indipendente e sovrana in Europa. Se il presidente Putin smette di combattere, allora avremo la pace. Quindi il dilemma è, ovviamente, che la pace è sempre possibile. La resa può fornire pace. Ma come abbiamo visto, gli ucraini non accettano la pace a ogni prezzo. In realtà sono disposti a pagare un prezzo molto alto per la loro indipendenza». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel suo intervento ai Dialoghi di Kultaranta in Finlandia. «Non spetta a me giudicare quale prezzo alto dovrebbero essere disposti a pagare gli ucraini. Voglio dire, paghiamo un prezzo perchè forniamo supporto, vediamo gli effetti economici delle sanzioni economiche. Ma non ci sono dubbi che ogni giorno gli ucraini pagano il prezzo più alto. E quindi spetta a loro giudicare, non a me, qual è il prezzo che sono disposti a pagare, per la pace e per l’indipendenza? Quindi, questo è, in un certo senso, il dilemma morale», ha aggiunto. «La pace è possibile, ma la domanda: quanto sei disposto a rinunciare a pagare per ottenere quella pace? Il modo migliore in assoluto per raggiungere la pace in Ucraina è che il presidente Putin metta fine a questa guerra insensata», ha ribadito Stoltenberg.

13.52  Il Papa ha incontrato una delegazione ucraina negli scorsi giorni e ha confermato la volontà di andare a Kiev. A dare notizia dell’incontro, che si è svolto l’8 giugno, è il portale di informazione religiosa ucraina Risu. Ad organizzare l’incontro è stato un amico del Papa argentino che ha invitato due suoi amici: Yevhen Yakushev di Mariupol, Denys Kolyada, consulente per il dialogo con le organizzazioni religiose, e il vice-rettore dell’Università Cattolica Ucraina. Sulla possibilità di una visita del Papa in Ucraina, Francesco avrebbe «più volte sottolineato di voler fare questo. I suoi problemi al ginocchio sono l’ostacolo maggiore e i medici lo sconsigliano vivamente di viaggiare», scrive il portale che dà notizia dell’incontro. «Tuttavia, se un viaggio in Ucraina diventerà tecnicamente possibile, Papa Francesco vuole venire a Kiev e non al confine con l’Ucraina, come alcuni consiglierebbero», si legge ancora nel resoconto.

13.36  Più di 1.500 civili sono stati uccisi nella sola regione di Kiev durante l’occupazione russa, ad oggi 1.200 corpi non sono stati identificati: si tratta di uomini per il 75%, il 2% bambini e il resto donne. Lo ha detto il capo della polizia nazionale ucraina (Npu) Igor Klymenko in un’intervista a Interfax-Ucraina. «Abbiamo ricevuto segnalazioni da tutto il Paese e aperto un procedimento penale per la morte di oltre 12mila persone trovate soprattutto nelle fosse comuni», ha spiegato, ” un gran numero di vittime è stato scoperto in casa, lamorte dovuta alle ferite riportate», ma proprio sulle fosse comuni Klymenko ha sottolineato che è troppo presto per parlare di cifre definitive, «perché ogni settimana le forze dell’ordine trovano dei corpi». «A Bucha, Irpen, Gostomel e Borodyanka c’erano molte persone uccise che giacevano per strada: i cecchini sparavano dai carri armati, dai mezzi corazzati, nonostante le fasce bianche che le persone portavano al braccio come aveva imposto i russi», ha aggiunto Klymenko.

12.16 Per porre fine alla guerra l’Ucraina ha bisogno di parità di armi pesanti con la Russia. Lo ha dichiarato su Twitter il consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Mykhailo Podolyak, indicando il tipo di armamenti necessari. E ha aggiunto che la decisione sul numero di armi che l’Occidente invierà è attesa per mercoledì, quando i ministri della Difesa di tutto il mondo si incontreranno presso la sede della Nato a Bruxelles. Nel suo tweet ha indicato quali sono le armi pesanti di cui l’Ucraina ha bisogno per combattere in parità con la Russia: 1.000 obici da 155 millimetri, 300 lanciuarazzi multipli Mlrs, 500 carri armati, 2.000 veicoli corazzati, 1.000 droni.

11.25  La Russia accoglie con favore gli sforzi di mediazione della Santa Sede nel conflitto in Ucraina. Lo afferma in un’intervista a Ria Novosti il direttore del Primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexey Paramonov. «La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina», ha detto Paramonov.

10.36 «L'Africa ha enormi potenzialità», ma «in questa fase ci preoccupano molto alcune fragilità e le ricadute del conflitto in Ucraina sulla sicurezza alimentare del continente che risulta gravemente compromessa». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando ad Addis Abeba, all’inizio della sua missione in Etiopia, dove stamane ha incontrato il premier, Abiy Ahmed e il presidente, Sahle-Work Zewde. «L'Africa è in cima alle priorità di politica estera dell’Italia» e «l'Italia - ha proseguito - vuole rafforzare il partenariato con Africa, continente che si trova al centro dell’agenda internazionale del governo». Ma le ricadute in Africa del conflitto in Ucraina sono la conferma che «nessun Paese è esente dai drammatici effetti delle ingiustificate iniziative militari di Mosca».

10.16 La zona industriale a Severodonetsk, dove si stanno rifugiando circa 500 civili, è sotto il fuoco dell’artiglieria pesante delle forze russe: lo ha detto il governatore regionale del governatore di Lugansk. Serhiy Gaidai, governatore della regione di Severodonetsk, ha aaggiunto su Facebook che le forze russe controllano circa il 70% della città e che i combattimenti sono feroci.

9.54 Le forze di sicurezza ucraine sono adesso di fatto isolate e bloccate a Severodonetsk e dovrebbero arrendersi se non vogliono morire: lo ha detto il vice capo del dipartimento della Milizia popolare dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin, incontrando i giornalisti (grazie a un tour nell’area dei combattimenti, organizzato dal ministero della Difesa russo). Secondo Basurin, i soldati ucraini hanno fatto saltare in aria l’ultimo ponte che collegava Severodonetsk con la città gemella al di là del fiume, Lysichansk , e ora non possono lasciare la città. «Quelle unità militari ucraine che sono lì, vi sono rimaste per sempre... Hanno due opzioni: seguire l’esempio dei loro colleghi (a Mariupol) e arrendersi, o morire. Non hanno altra opzione».

9.05 I russi stanno concentrando gli sforzi «per condurre un’offensiva e circondare le nostre truppe nei distretti di Severodonetsk e Lysychansk e nel bloccare le rotte logistiche da Bakhmut». Lo afferma lo stato maggiore ucraino, come riporta Ukrainsk Pravda.

9.01 Le truppe di Kiev si sono ritirate dal centro di Severodonetsk, la strategica città la cui conquista darebbe ai russi il controllo dell’intero Lugansk. Lo fa sapere lo Stato maggiore ucraino, nel suo ultimo aggiornamento, assicurando comunque che «la battaglia continua».

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