NORCIA. Se di lato positivo si può parlare, il terremoto di ieri non ha fatto registrare vittime.
Solo paura, crolli e sfollati il cui numero è inesorabilmente aumentato arrivando a quota 40 mila.
Tutti scappano dalle macerie, e forse anche dalla paura. Ma da quella probabilmente sarà difficile scappare completamente, almeno fino a quando lo sciame sismico si calmerà, e la terra smetterà di fare i capricci.
Di tendoni, panche con i tavoli in legno, e cucine da campo ormai se ne contano a bizzeffe anche se la Protezione Civile continua ad insistere, cercando di convincere il maggior numero di persone a trasferirsi negli alberghi sulla costa adriatica o in riva al lago Trasimeno.
Intere famiglie hanno perso tutto, e sono numerose le persone da assistere.
Se ne contano 25 mila solo nelle Marche, tra le 10 mila e le 15 mila in Umbria, circa 2 mila nel Lazio e poco meno di mille in Abruzzo.
Da Norcia, intanto, si leva alto il grido: "Ridateci le tende".
Sono molti gli abitanti che hanno scelto di rimanere in città, pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perchè all'interno della zona rossa.
Tuttavia, da Palazzo Chigi arriva il diktat: niente tende.
Si preferisce garantire un alloggio più confortevole come può esserlo un hotel.
"Non ha senso dormire in macchina", tuona il commissario Vasco Errani.
La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte.
"Le tende non dovevano essere smontate" sostengono intanto quelli che si ritrovano per la colazione nella struttura antistante il palasport.
"Non sono più 'solo teli' come una volta - afferma Adolfo -, ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore".
Le strutture di accoglienza collettive sono già in arrivo e nelle prossime ore sarà deciso dove collocarle.
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