ROMA. Ora è Amanda Knox contro Italia. Perché così è intestato il ricorso alla Corte europea dei diritti umani presentato dalla giovane americana e accolto in via preliminare dall'Organismo di Strasburgo. Un atto con il quale l'americana ha chiesto il riconoscimento della violazione dei propri diritti difensivi nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher.
Delitto, compiuto a Perugia, per il quale la Knox e il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito sono stati definitivamente assolti dalla Cassazione. Al centro del ricorso, l'interrogatorio al quale venne sottoposta in questura l'allora studentessa di Seattle tra il 5 e il 6 novembre del 2007. Notte terminata con l'arresto suo, di Sollecito e di Patrick Lumumba (tirato in ballo da Amanda ma poi prosciolto nei mesi successivi perché risultato completamente estraneo).
I difensori della Knox - gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga - hanno rappresentato alla Corte europea che nell'aprile del 2008, in fase d'indagini, la Cassazione nel confermare la custodia in carcere per la loro assistita rilevò una "palese lesione" dei suoi diritti difensivi. Perché l'interrogatorio venne reso senza un difensore nonostante - ad avviso dei giudici - la giovane rivestisse di fatto già il ruolo di indagata per l'omicidio Kercher.
Nel ricorso a Strasburgo la Knox afferma poi che il suo diritto a un equo processo è stato violato perché "non è stata informata in tempi brevi in una lingua a lei comprensibile della natura e dei motivi dell'accusa formulata a suo carico".
Inoltre di non essere stata assistita da un interprete professionale e indipendente nel corso degli interrogatori. L'americana invoca inoltre la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani affermando che "gli scappellotti" ricevuti hanno costituito un trattamento inumano e degradante.
"Un fortissimo stress psicologico subito nei giorni dell'indagine" ha detto l'avvocato Dalla Vedova. Ora il Governo italiano avrà tempo fino al 17 settembre prossimo per fornire le sue valutazioni alla Corte che prenderà quindi la sua decisione. Oggi la procura generale di Perugia, dove opera Giuliano Mignini, il magistrato che ha coordinato l'indagine sull'omicidio Kercher, non ha voluto commentare gli sviluppi arrivati da Strasburgo. Per l'avvocato Ghirga quello dell'interrogatorio "è il punto cardine di tutta la vicenda".
"Non si può parlare di soddisfazione in una storia come questa dove c' è tanta sofferenza ma le richieste della difesa di Amanda Knox stanno trovando soddisfazione" ha detto l'altro legale Dalla Vedova. "E' ora che la gente apra gli occhi su questa vicenda" la reazione di Raffaele Sollecito. "Ci sono stati abusi - ha aggiunto - che non hanno mai avuto rilevanza mediatica. Meno male che ci sono giudici che danno la giusta importanza a quello che per noi è stato un incubo".
Persone:
6 Commenti
VINCENZO
18/05/2016 09:50
non è contenta di non essere in carcere con 30 anni da fare, parla pure...
Luigi
18/05/2016 17:12
Perché non si indica il nome dei responsabili e si prendono provvedimenti?
alias
18/05/2016 19:38
Preferisco pensare che sono veramente innocenti. Non posso immaginare che due giovani che hanno massacrato una ragazza possano convivere con questo peso sulla coscienza e arricchirsi alle spalle della loro vittima.
Pietro
18/05/2016 21:15
Non credo alla loro innocenza per un semplice motivo: lei ha cercato di accusare del delitto un altro uomo di colore, mi pare si chiami Lumumba, che è poi risultato estraneo al delitto e per questo gravissimo reato di diffamazione , di cui la signorina americana non parla mai, e' stata condannata a qualche anno di prigione. Se fosse stata innocente come dice di essere, perché far condannare un innocente. A chi giovava? Ai veri colpevoli a mio avviso. Per tale ragione non la credo innocente come i giudici di un grado di giudizio. Negli altri e' risultata innocente... Mah!
Elen
18/05/2016 20:51
Ci vuole faccia tosta!
morey
19/05/2016 05:42
lei è innocente, e questo è un dato di fatto. e prevarrà nella sua querela della procura italiana
Alias
19/05/2016 20:53
Sinceramente tutta quest certezza riguardo l'innocenza, in particolare dell'americanina, non ce l'ho. S'è contraddetta diverse volte riguardo l'alibi, ha accusato dell'omicidio un innocente, durante un colloquio in carcere con la madre le ha rivelato che era presente sulla scena del crimine, e, dulcis in fundo, i rapporti con la povera vittima erano tutt'altro che buoni. A mio avviso la signora Franzoni e Parolisi sono stati condannati con molto meno..