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Campione mancato di sci, i genitori che non riuscivano ad avere figli: le curiosità su Sinner, nuovo n.1 del mondo

L'azzurro a nemmeno 23 anni è diventato il primo italiano re della classifica Atp

Jannik Sinner è il nuovo numero uno del mondo di tennis. Mai nessun italiano ci era riuscito. E già questa è una particolarità. Non l'unica particolare del neo Re della classifica Atp.

Quando era bambino Jannik già pensava al tennis anche se il suo primo sport è stato lo sci. Nella sua cameretta trascorreva ore a tirare una pallina da tennis contro un interruttore a muro nel tentativo di accendere e spegnere la luce. Il suo vicino sperava che si dedicasse completamente alla discesa libera.

Jannik dà il meglio di sè quando fronteggia situazioni difficili. Ha detto: «La paura? La provavo quando sciavo, mi buttavo in pista rischiando di rompermi l’osso del collo. Nel tennis il peggio che mi può capitare è di perdere un incontro». L’osso del collo se lo rompono gli altri quando giocano contro di lui.

I genitori e il destino

Jannik aveva 10 anni quando i genitori Hans Peter e Sieglinde lo portarono per la prima volta all’Accademia di Heribert Mayr e Andrea Spizzica a Sesto Pusteria. I genitori dissero a Mayr: «Il ragazzo è questo, faccia lei». Andarono via e tornarono a fine lezione. Quando Cesare Maldini portò il baby Paolo alle giovanili del Milan il tecnico gli chiese: dove lo faccio giocare? E Cesare rispose: se non lo sa lei che è l'allenatore...» e se ne andò. E poi dicono che i genitori non contano. Nel primo anno di lavoro con Piatti (aveva 15 anni) seguì Riccardo all’Elba dove gestiva una clinic. Con gli altri allievi andò al mare. Nessuno riusciva a tuffarsi compiendo una capriola. Lui ci provò e oplà perfetto tuffo con salto mortale. Piatti gli chiese come ci era riuscito e lui rispose: ho pensato di farne due di salti mortali. Così ero certo che almeno uno l’avrei fatto». Poi qualcuno si chiede come può migliorarsi sempre.

Hans Peter e Sieglinde si erano rassegnati all’idea di non potere avere figli. Per questo motivo si sottoposero a tutte le lunghe pratiche del caso e adottarono Mark. Ma quando il discorso sembrava chiuso, in modo naturale è arrivato Jannik. E poi c'è qualcuno che si stupisce per la sua capacità di sorprendere gli avversari: lo ha fatto dall’inizio. Pure con i suoi genitori.

La rivalità con Alcaraz

Nel 2019 Jannik che si affacciava sul massimo palcoscenico internazionale vinse 16 partite di fila. Perse la diciassettesima nel Challenger di Alicante contro un ragazzo più giovane di lui di cui però si diceva un gran bene e che Jannik conosceva da quando erano ragazzini: si chiamava (e si chiama ancora) Carlos Alcaraz. E poi c'è qualcuno che riteneva le rivalità storiche destinate a scomparire dal tennis.

Quando si assiste a una partita di Jannik ciò che colpisce è il suono che i suoi colpi producono nell’atto di impattare la pallina. Merito della sua coordinazione nel tirare i colpi, certo. Ma anche dell’attrezzo con cui gioca e su come è...allestito. Intanto le sue racchette hanno meno corde: 16 verticali e 19 orizzontali contro, ad esempio, le 18 verticali e 20 orizzontali di Djokovic. Quasi tutti i suoi competitor giocano con un misto corde sintetico- budello naturale per mischiare forza e controllo: lui usa solo sintetico
monofilamento, roba da duri. E le sue corde sono tirate a 28 kg. Provate a colpire una palla con un attrezzo così e poi capirete.

Le donne

Jannik è l’ultimo arrivato della lunga serie di tennisti (maschi e femmine) che hanno trovato in un o in una collega la compagna di cammino ideale, almeno per il momento. Dopo la liaison con Maria Braccini (la meno visibile delle influencer) Sinner ora si accompagna con tanto di reciproco coaching con Anna Kalinskaya, russa di belle speranze. A giudicare con quanto successo ha scelto i suoi coach dopo l’addio a Piatti (Vagnozzi e Darren Cahill) c'è da scommetterci: anche nelle questioni di cuore Sinner non fa cilecca.

Il mito Federer

Un giorno Piatti voleva spiegare a Jannik il senso del miglioramento. Gli fece vedere la finale di Marsiglia 2000 quando Federer perse contro Marc Rosset. Jannik disse: «Ma come giocava? Non sembra lui». Risposta di Piatti: «Ecco, appunto». Ha imparato la lezione. A tutt'oggi Roger Federer è ancora il tennista che ha in portafoglio i contratti pubblicitari più ricchi nonostante si sia ritirato da quasi due anni. Ma c'è chi lo insidia: Jannik vale oggi qualcosa come 60 milioni di euro l’anno, premi esclusi. Che sono destinati a crescere. Di questo passo potrebbe diventare uno degli sportivi più pagati del pianeta da qui a qualche mese. Gli smash ha imparato a farli pure nel management.

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