Allegri con la sua Juventus batte il Milan - grazie a un gran gol di Tevez - e sconfigge i fantasmi del suo passato. Esce da vincitore da San Siro, si prende la sua rivincita nel modo migliore, sul campo, meritandola e conquistandosela. Una serata che non dimenticherà facilmente, finalmente da trionfatore. Berlusconi lascia lo stadio prima del novantesimo: meglio evitare di vedere Allegri uscire da vincente. In fondo, il Milan sperava nel 'miracolò e forse pensava che Inzaghi avesse quasi poteri taumaturgici. Un'illusione. La Juventus è in forma, ha gamba, ha voglia e soprattutto ha Tevez che fa sempre la differenza.
Il grande calcio arriva a San Siro nella terza giornata di campionato, tutto esaurito e tanta attesa per una sfida - quella tra Milan e Juventus - che si gioca sul filo delle emozioni intense. Ed è anche il confronto tra due uomini, due allenatori e due storie. Pippo Inzaghi, che in questa stagione debutta e scuote l'ambiente, riavvicina Berlusconi alla sua squadra e conquista il cuore dei tifosi. Massimiliano Allegri - che con Berlusconi non è mai andato d'accordo - torna in quella che fu la sua casa alla guida della Juventus, forte del blasone e della forza di un gruppo collaudato, candidato ancora una volta alla conquista del titolo italiano. Un duello vero e proprio: lo stadio fischia Allegri che resta impassibile, almeno apparentemente. L'allenatore toscano stringe la mano al rivale Inzaghi ma il grande freddo resta. La parola passa al campo in un clima caldissimo: il Milan ci spera, la Juve cerca e trova l'allungo in classifica. I rossoneri mostrano spirito di sacrificio ma si limitano a difendersi a oltranza. La Juventus attacca, tiene palla, macina gioco ma - almeno fino al 26 del secondo tempo - non trova il colpo vincente.
Rossoneri disposti con un 4-3-3: in avanti Honda, Menez ed El Shaarawy. Allegri preferisce lasciare Vidal in panchina. In campo va Pereyra, autore di una gran bella prova. Sornione Tevez mentre Llorente cerca il gol con caparbietà e ostinazione, Lichtsteiner corre e dribbla, Pereyra non fa rimpiangere Vidal, Pogba si conferma un fuoriclasse assoluto. Allegri e Inzaghi sono tarantolati, gridano, incitano, discutono, gesticolano. I giocatori rispondono come meglio possono. Le squadre prima si studiano, attendono, riflettono. La partita è molto tattica, poi al 27' finalmente la prima occasione: colpo di testa di Honda, bella parata di Buffon. Bene i centrali rossoneri con Zapata che contiene Tevez. Ma, al 31', la Juventus è pericolosissima con Llorente che trova un attento Abbiati pronto a chiudere. Ci prova Pereyra e - al 38' - gran sinistro di Marchisio che si infrange sul palo. Il Milan non ha alcun slancio propositivo, si arrocca sempre di più nella speranza di poter affondare in ripartenza. Menez non è lo stesso di Parma anche se coraggiosamente cerca il gol ed è comunque una spina nel fianco, almeno a tratti. Soffre El Shaarawy, molta volontà poca concretezza. È stanco e sarà poi sostituito.
Nel secondo tempo, cresce la Juventus anche se il Milan inizia con un'ottima giocata di Menez su Marchisio. Un fuoco di paglia. Al 6' Llorente va in azione personale ma si allunga troppo la palla e tutto sfuma. Pogba prova il tiro, poi Marchisio manda di un niente a lato. Il Milan sembra stare per cedere: Poli cerca inutilmente la porta e poi scatta l'ora di Bonaventura che rileva El Shaarawy. La Juventus fa la partita e dimostra di essere una grande squadra: al 26' passa in vantaggio grazie all'ispirazione di Tevez che inizia l'azione per poi concluderla con il gol propiziato da uno splendido passaggio di Pogba. Esplode la gioia dei bianconeri e di Allegri. Ultimi cambi e ultime mosse con Torres e Pazzini ma non c'è più niente da fare. Spazio anche a Vidal (Pereyra). Il Milan ci prova con cuore e sacrificio, alla fine Menez cade in area ma non c'è alcun rigore. Defluiscono gli ottantamila di San Siro. Dopo Parma, sembrava che il Milan potesse andare lontano, ora è il momento delle domande e dei dubbi. Il Milan non ha sfigurato del tutto ma ha mostrato limiti pesanti in attacco con Torres che praticamente non ha toccato un pallone ma si è fatto solo ammonire. Certamente è una squadra migliorata rispetto all'anno scorso: al momento non sembra poter competere per i primi tre posti. La Juventus si porta a quota 9 senza incassare neanche un gol. Allegri brinda e, lontano da Milano, sembra apprezzato, felice sicuro di sè. Per lui, un vero signore del calcio italiano, il campionato comincia decisamente sotto una buona stella: anche la prova di San Siro, la più difficile, è stata superata.
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