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"Dinner cancelling", la dieta che ha fatto dimagrire Fiorello: ecco cos'è

Riscuote parecchio successo la dieta denominata "Dinner cancelling", grazie alla quale niente di meno che lo showman siciliano Fiorello è riuscito a dimagrire.

Una dieta basata su cene saltate e digiuni ad intermittenza. Consiste infatti nell'assumere cibo nell'arco di 8 ore, lasciando lo stomaco vuoto per il resto della giornata.

Una dieta promossa anche dallo specialista di medicina interna dell'ospedale San Paolo e Carlo di Milano, Alberto Benetti.

"Si tratta di una dieta che ha delle basi scientifiche solide, e che porta benefici”, ha spiegato Benetti al Fattoquotidiano.it.

Tuttavia Benetti invita alla prudenza, "questa dieta - precisa - deve essere seguita in maniera controllata ed equilibrata, e non fai da te”.

Infatti, queste fasi di digiuno devono essere accompagnate da una corretta idratazione, pasti equilibrati ma che comunque contengano proteine, carboidrati e grassi.

“Lo scopo di questa dieta - aggiunge Benetti – è quella di ridurre la produzione di insulina e ormoni anabolici che trasformano le calorie in massa grassa".

Saltare la cena, inoltre, presenta anche dei vantaggi: "Si riduce così il carico di attività cerebrale richiesto dall’attività digestiva”.

Ribadendo l'invito alla prudenza, l'esperto sottolinea anche che non tutti possono seguire questa dieta. “Per un paziente diabetico, ad esempio, il digiuno prolungato può essere pericoloso". Questo tipo di dieta va prima attenzionata da un medico, insomma, che può personalizzarla in base alle abitudini del paziente.

No al "fai da te" insomma, alla luce anche degli allarmanti dati secondo i quali un terzo dei decessi avvenuti in Italia nel 2017 è attribuibile a fattori di rischio comportamentali, tra cui i rischi connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attività fisica.

Questo è quanto emerge dal rapporto State of Health in the EU: Italy. Country Health Profile 2019 presentato a Bari, e organizzato dall’Aress Puglia in collaborazione con la Commissione europea, Ocse e Osservatorio Europeo sui Sistemi Sanitari e sulle Politiche Sanitarie.

Sul totale dei decessi avvenuti nel 2017, circa il 16% (98 mila) è riconducibile a rischi connessi alla dieta (tra cui un basso consumo di frutta e verdura e un consumo elevato di zuccheri e sale).

Il consumo di tabacco (compreso il fumo attivo e passivo) è responsabile di circa il 14 % delle morti (oltre 90 mila), quasi il 4% (26 mila) è attribuibile al consumo di alcolici e il 3% (18 mila) alla scarsa attività fisica.

Tutte le percentuali sono inferiori alla media dell’Unione europea, ad eccezione di quella relativa alla scarsa attività fisica. In Italia il consumo di tabacco continua a rappresentare uno dei principali problemi di salute pubblica, in particolare tra gli uomini: nel 2017, il 25% della popolazione maschile in Italia ha dichiarato di fumare quotidianamente, rispetto al 15% delle donne. Nonostante il calo registrato nell’ultimo decennio, la percentuale di fumatori resta superiore a quella della maggior parte dei paesi dell’UE. Resta molto elevato anche il numero di fumatori tra gli adolescenti italiani. Nel 2015, più di un terzo dei ragazzi e delle ragazze di 15 e 16 anni ha dichiarato di avere fumato, anche solo occasionalmente, nel mese precedente.

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