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Sanremo, Chiara Ferragni si difende dal Codacons: "Non sono un modello sbagliato"

"Sono molto colpita dal tempo e dall’aggressività che nelle ultime settimane il Codacons ha destinato alla mia persona e ai progetti che mi riguardano con dichiarazioni infondate e dal contenuto diffamatorio, che screditano me e comunicano ai consumatori informazioni errate".

Così Chiara Ferragni ha deciso di replicare ad un comunicato del Codacons che commenta l'ipotesi della sua presenza al Festival di Sanremo al fianco di Amadeus. La nota influencer, ceo di Tbs Crew srl. e della linea Chiara Ferragni Collection, ricorda che nella nota di Codacons era indicata la sua eventuale partecipazione al festival della canzone italiana come: "Scelta sbagliata, pronti ad impugnare contratto se Rai la ingaggerà come valletta".

"È stato consigliato alla Rai d'individuare modelli più adatti all’interno di programmi diretti ad un vasto pubblico (cit.) insinuando in maniera arbitraria che io sia un modello sbagliato. Allo stesso tempo il Codacons ha fatto diverse
affermazioni errate e senza fondamento del tipo 'Chiara Ferragni è stata infatti oggetto di numerose denunce alle autorità competenti per l’uso totalmente errato dei social network', per le quali invito il Codacons a smentirmi con prove reali e non con illazioni. Ulteriore diffamazione è stata rivolta a Chiara Ferragni Unposted, film sulla mia vita, che viene definito in maniera totalmente denigratoria 'pseudo-documentario'. Altra accusa infondata riguarda - prosegue la nota della Ferragni - le 'bacchettate che le ha rivolto l’Antitrust' circa fantomatiche denunce per pubblicità occulta".

"Aggiungo che per ora, per quanto mi è noto - scrive l’influencer - non è stato mai preso da parte dell’Antitrust alcun provvedimento nei miei confronti. Questa ennesima affermazione è stata manipolata per danneggiare la mia persona. Ricordo al Codacons che nel 2018 attraverso Tbs Crew S.r.l. (di cui sono socia fondatrice ed amministratrice delegata) sono stata la prima personalità del mondo social ad associarmi allo IAP-Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, proprio per contribuire alla regolamentazione della pubblicità sui social".

"Sono rammaricata di come una associazione che tanto ha fatto e tanto fa ogni giorno per noi consumatori non abbia mai cercato un confronto con me e le mie società per delineare nuove regole a tutela del consumo, ma abbia invece scelto la via dei comunicati ostili e infruttuosi. Spero che il Codacons continui a lavorare per tutelare i consumatori. Io sono pronta a dare la mia disponibilità». (ANSA).

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