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Ricci di mare e... "scarpetta": tutto su una delle scorpacciate cult dell'estate

BRINDISI. Estate, amici e ricci... da mangiare rigorosamente accompagnati da un pezzo di pane. La classica "scarpetta", diventata ormai un must per molti degustatori.

Nel Brindisino - e non solo - è iniziata da poco la stagione in cui si fanno delle vere e proprie delle scorpacciate di ricci, da consumare in riva al mare a multipli di 50.

Il riccio di mare più comune nel mar Mediterraneo è il paracentrotus lividus della famiglia degli Echinidae. Detto anche "riccio femmina", in realtà fra ricci non esiste una differenza tra sessi. Eppure esiste un'altra specie - quella degli Arbaciidae - detta "riccio maschio".

I ricci, in generale, vivono a profondità mediamente basse. Spesso popolano le praterie di posidonia. Si tratta di veri e propri polmoni verdi in fondo al mare, ossia piante di cui i ricci si nutrono.

Chi è esperto dovrebbe già saperlo, e cioè che esiste un trucco per distinguere il riccio "maschio" dalla "femmina" ripieno di uova.

«Quello ‘gravido’ nasconde istintivamente dai predatori il carico pregiato che porta con sé, coprendosi con una conchiglia o un’alga. Cerca insomma di mimetizzarsi».

Esiste un metodo anche per l'estrazione della polpa dei ricci. In Puglia vengono pescati con il grambodd, un forchettone legato a un lungo bastone. Un mezzo comunque attento a prelevare gli esemplari più grossi, lasciando stare i più piccoli.

Il riccio di per sè non si può mangiare, o almeno contiene solo una piccola sostanza commestibile, la più dolce e gustosa di tutte. Polpa che solitamente si mangia accompagnata dal pane.

Almeno in Puglia, il miglior periodo per mangiare i ricci va febbraio ad aprile e da luglio ad ottobre. Vietato il consumo, per via del fermo pesca, a maggio e a giugno. Ecco perchè si dice che i ricci si consumano "nei mesi con la R?".

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