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Pizza e falconeria, due simboli italiani tra i candidati Unesco

ROMA. Il direttivo nazionale per Unesco invia a Parigi una candidatura simbolo dello stile di vita italiano: l'Arte dei Pizzaiuoli Napoletani. A questa, unica candidata italiana per l'ingresso alla Lista del Patrimonio Immateriale dell'Umanità Unesco, si affianca anche la falconeria che va a Parigi come candidata transnazionale.

«La decisione della Commissione Nazionale Unesco ci riempie di gioia - ha dichiarato a caldo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - soprattutto perchè arriva a pochi giorni dall'inaugurazione dell'Esposizione Universale, a Milano, dedicato ai temi della nutrizione. La scelta del governo italiano di presentare a Parigi, quale unica candidatura nazionale, quella dell'arte dei pizzaiuoli napoletani, rappresenta il modo migliore per riaffermare l'importanza che il patrimonio culturale agroalimentare ha per l'Italia. È una decisione rilevante - sottolinea Martina - anche per contrastare quei fenomeni di imitazione di questa antica arte italiana e rilanciare le tecniche tradizionali di produzione, tramandate di generazione in generazione».

Questo è il primo «step», spiega Pier Luigi Petrillo, estensore del dossier di candidatura L'Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, necessario per iniziare il negoziato internazionale che coinvolgerà 163 Stati. Dal 1 Aprile 2015 al 15 novembre 2016 i valutatori indipendenti dell'Unesco saranno chiamati ad esaminare le due candidature italiane, ed entro novembre 2016 decideranno se riconoscere o meno la pizza e la falconeria come patrimonio dell'umanità. Ad oggi la Lista contiene già 6 elementi italiani. Il dossier sarà materialmente consegnato alla sede dell'Unesco lunedì 30 marzo. Per conto dell'Italia il negoziato sarà condotto dal professore Petrillo, «soddisfatto per la soluzione trovata per garantire il superamento del rischio di uso commerciale del logo Unesco nelle pizzerie: un comitato ministeriale verrà costituito - ha precisato - con il compito di vigilare ed contrastare eventuali abusi».

«Il riconoscimento dell'Unesco ha un valore straordinario per l'Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell'identità nazionale» ha commentato il presidente della Coldiretti,
Roberto Moncalvo, tra i promotori di una petizione per la candidatura della Margherita&C. insieme a Alfonso Pecoraro Scanio.

«Grande risultato per una tradizione nota in tutto il mondo. Grazie ai 300.000 firmatari« ha detto l'ex ministro. Pizza e dintorni muovono un florido giro d'affari: 9 miliardi di euro secondo i dati Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Il settore è anticiclico e non risente della crisi - sottolinea Fipe -, in quanto la pizza è prodotto per tutte le occasioni, dalla prima colazione (8%) passando per pranzi e spuntini, fino ad arrivare alla cena dove è in cima alla classifica dei piatti scelti (75% delle occasioni). A favorire i consumi anche i prezzi contenuti: negli ultimi tre anni la variazione media dei prezzi è stata al di sotto del 2%. Sono 25mila le pizzerie con servizio al tavolo ed altrettante le take away, garantendo un'occupazione di 240 mila unità. Ogni anno - osserva Fipe - le imprese cercano in media 2mila pizzaioli qualificati non stagionali e quasi il doppio stagionali, ma una volta su cinque non riescono a soddisfare la richiesta, e quattro volte su dieci fanno formazione assumendo personale non qualificato. La candidatura della caccia con rapaci, pratica che affonda le sue radici nella storia europea ed orientale, trova però il dissenso della Lipu che in una lettera del suo presidente Fulvio Mamone Capria inviata al governo esprime "netta opposizione" a questa candidatura definendola "inaccettabile"».

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