ROMA. Un 'soffio' di vento solare è stato osservato per la prima volta in dettaglio mentre colpisce la Terra: respinto dallo scudo magnetico protettivo che circonda il nostro pianeta, è rimbalzato dando vita in meno di 60 secondi ad un esercito di elettroni 'killer' potenzialmente fatali per l'elettronica a bordo di satelliti e veicoli spaziali.
Il fenomeno è stato seguito per la prima volta nella sua interezza grazie a due sonde della Nasa, le Radiation Belt Storm Probes (Rbsp), che orbitano all'interno delle cosiddette Fasce di Van Allen, le due gigantesche 'ciambelle' di gas elettrificato che circondano la Terra. I dati, raccolti nell'ottobre del 2013, sono stati poi analizzati dai ricercatori dell'Osservatorio Haystack presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston: i risultati dello studio sono pubblicati su Journal of Geophysical Research.
Come in una scena al rallentatore, i dati ritraggono l'onda d'urto generata dall'esplosione solare mentre raggiunge la Terra e colpisce violentemente il suo scudo magnetico. Invece di infrangere e penetrare la barriera, il 'soffio' di vento solare viene respinto, generando nella direzione opposta una potente onda sonora magnetizzata che si propaga nel giro di pochissimi secondi e riverbera all'interno delle Fasce di Van Allen andando a 'spazzare' alcune particelle a bassa energia.
Queste vengono così accelerate dal campo elettrico dell'onda fino a raggiungere livelli di energia pari a 3-4 milioni di elettronvolt: si moltiplica così per 10 il numero di elettroni 'killer', i cosiddetti elettroni ultrarelativistici, che scorrazzano intorno alla Terra ad una velocità di 1.000 chilometri al secondo compiendo un intero giro del pianeta in soli cinque minuti.
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