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I nutrizionisti: "A Natale si può 'sgarrare'... ma con moderazione"

I consigli

MILANO. Feste di Natale? "Sgrarrare si può ma senza eccedere". È il pensiero, controcorrente, di Lucio Lucchin, presidente dell'Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica (ADI), interpellato da Italpress per qualche suggerimento nutrizionale in vista delle feste natalizie. «Ogni anno ci facciamo la stessa domanda, perchè cadiamo nello stesso tipo di errore comportamentale. Non facciamoci prendere dalla paranoia delle feste natalizie e dall'angoscia: le feste ci stanno e le persone che non hanno particolari problemi di salute possono sgarrare, come è giusto che sia. Se in un anno un individuo sgarra 70 giorni - spiega il presidente dell'Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica -, iniziando a mangiare la mattina e finendo a notte fonda, ma durante gli altri giorni segue un'alimentazione corretta, questa persona non aumenta di peso. E, se ci pensiamo, probabilmente nessuno di noi sgarra per ben 70 giorni di sgarro l'anno». A creare i danni, quindi «sono i piccoli errori che facciamo ogni giorno e di cui non ci accorgiamo».

«Prima di farci prendere dalla paranoia - prosegue Lucchin - poniamoci una domanda: quanto sgarro mi voglio permettere? Voglio aumentare di un chilo? Conoscendo prima la propria finestra di permissività, allora è più facile controllarsi durante il periodo natalizio, pesandosi e cercando di rimanere dentro il programma che ci si è prefissato. Pensare, durante le vacanze, di dimagrire, di perdere peso, è un'utopia. Sgarriamo in maniera accettabile, senza eccedere, tenendo sotto controllo il nostro obiettivo: oltre uno o due chili però non si dovrebbe eccedere. Quella è la spia rossa che si accende e che ci avverte che dobbiamo fermarci e attivare dei meccanismi di compenso. Ma un minimo di lasso ce lo dobbiamo dare».

Se questo è il consiglio per le persone sane, un messaggio di massima attenzione, invece, va rivolto a chi ha problemi di salute. «Ogni volta, sia durante le feste natalizie che in altre occasioni, abbiamo dei morti causati da grandi abbuffate in persone con tratti patologici che non lo permettevano. In questi soggetti le grandi abbuffate - ribadisce il presidente dell'Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica - possono scatenare reazioni che diventano letali. Chi ha determinate patologie, quindi deve consultarsi col proprio medico per verificare se ha la possibilità di avere un minimo di permissività».  Per tutti gli altri, esistono alcuni trucchi per mantenere il controllo. «Decidere prima di andare al ristorante quello che uno vuole mangiare, altrimenti poi diventa più difficile controllarsi. Non avere paura a dire »No grazie«, anche se gli altri sono insistenti. Ognuno deve mangiare quello che si sente, in piena libertà. Se poi uno è preoccupato di sgarrare a cena, ridurre il pranzo o arrivare a cena con la pancia già un poco piena. Un consiglio, quest'ultimo, da dopoguerra: quando si ripresero le abitudini sociali, siccome c'era poco da mangiare, se invitati a cena si mangiava qualcosa prima di partire, per paura di rimanere con la pancia vuota. Mangiare, quindi, una bella mela o un paio di frutti o di carote che riempiono un po', può essere il modo per arrivare a cena con la pancia un pochino più piena e controllarsi meglio.

Infine, abituarsi a lasciare qualcosa nel piatto perchè, come dice il Galateo, non è maleducazione, ma - conclude Lucchin - una dimostrazione di non essere dipendenti dal cibo».

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