ROMA. Scoperto da scienziati italiani all'estero un potenziale farmaco che può aiutare chi soffre di disturbi dell'alimentazione come bulimia e abbuffate compulsive: si tratta della memantina, medicina in uso per l'Alzheimer.
Pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, lo studio è stato firmato da Pietro Cottone e Valentina Sabino della Boston University, da anni impegnati in studi su dipendenza da cibo e abbuffate. Il lavoro e' stato fatto in collaborazione con l'Università di Cambridge in GB. ''Abbiamo testato gli effetti della memantina sulle abbuffate compulsive - spiega Cottone -. Abbiamo anche trovato l'area del cervello che rende possibile l'azione del farmaco''.
Innanzitutto gli esperti hanno indotto topolini alle abbuffate compulsive dando loro cibi molto dolci. Poi, somministrandogli il farmaco, hanno visto che questo è in grado di bloccare le abbuffate. Non solo, la memantina blocca anche il desiderio irrefrenabile di cibo e la compulsività, cioè la perdita di controllo tipica di molte dipendenze. ''Infine abbiamo scoperto che il farmaco agisce nel nucleo accumbens'', conclude Cottone, un'area neurale non a caso già associata alla dipendenza da cibo e alle abbuffate compulsive. Lo studio apre la strada a un primo trattamento farmacologico contro il binge eating.
Da un'altra recente ricerca, invece, era emerso che il 43 per cento degli italiani ha un rapporto controllato con il cibo, anche se fa qualche sacrificio per gestirsi, mentre il 31 per cento ha un rapporto equilibrato e mangia il giusto senza fare sacrifici. Quello con il cibo diventa invece un rapporto problematico per il 21 per cento degli intervistati.
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