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Sanremo, Colapesce - Dimartino: "La gara? Noi abbiamo già vinto"

Dopo i preascolti della stampa le quote dei bookmaker sull'eventuale vittoria al Festival di Sanremo di Colapesce e Dimartino, i maggiori esponenti del cantautorato indipendente siciliano, sono crollate. La loro "Musica leggerissima" ai giornalisti di settore è piaciuta tantissimo, un’impressione confermata dalle votazioni di ieri, proprio quelle affidate alla sala stampa dell’Ariston (quest’anno in realtà trasferita nei locali del casinò di Sanremo), che li ha piazzati al primo posto delle loro preferenze.

"Noi siamo già vincitori del festival, va bene così - dichiarano all’Agi - la gara non c'entra, non ce ne frega niente". Ma in realtà questo primo posto di venerdì ci dice anche che sono loro i favoriti per il premio della critica Mia Martini, particolarmente ambito per tutti i cantanti in gara al festival: "Io spero che arrivi il pezzo, questo è il mio più grande desiderio - dice Colapesce - che arrivi alle persone senza che venga frainteso, che assorbano il testo del brano, e gli auguro che non sia un brano da semestre, festivaliero, che non sia da festival e poi finisca lì, auguro al brano una vita lunga, che le persone che lo ascoltano si possano identificare, questo è il nostro obiettivo".

L’obiettivo poteva davvero essere più alto se giovedì l’orchestra li avesse premiati con una votazione più alta per la cover di "Povera patria" di Franco Battiato, la gara non conta ma loro, e sul palco si è notato, ci tenevano particolarmente: "Ci saremmo aspettati una posizione più alta - ammette Dimartino - infatti non ci abbiamo capito tantissimo. Anche perchè l’orchestra non ha votato l’esibizione, ha votato le prove. Più che altro perchè, insomma, la voce di Battiato... se non vuoi votare noi, vota almeno la scelta, in questo periodo "Povera Patria" con la voce di Battiato alla fine che dice quella cosa...".

"Al pezzo di Battiato ci tenevamo particolarmente - conferma Colapesce - più del nostro, devo dire. È stata forte l’esperienza, non tanto l’idea di salire sul palco ma di cantare quel pezzo in quel contesto, che non era scontato".

Un debutto tutto particolare quello di Lorenzo Urciullo, vero nome di Colapesce, e Antonio Dimartino, in un Festival fortemente condizionato sotto ogni punto di vista dall’emergenza sanitaria, ma allo stesso tempo rivoluzionario, che ha aperto le porte a quel cantautorato indie dal quale loro orgogliosamente provengono: "Abbiamo pensato che è stata una scelta coraggiosa quella di Amadeus, per molti nomi - dice Dimartino - se penso agli Extraliscio. La Rappresentante di Lista, i Coma_Cose, Madame... questi per esempio sono tre nomi, i nostri preferiti, che non era prevedibile un paio d’anni fa vederli su quel palco. Sono comunque tutti nomi che fanno dischi, hanno un pubblico, fanno concerti, era anche assurdo che Sanremo non li prendesse in considerazione".

Se qualche anno fa gli avessero detto che sarebbero stati in gara a Sanremo, insieme, introdotti sul palco da Zlatan Ibrahimovic, probabilmente l’avrebbero considerata una situazione impossibile, surreale: "Dimartino ha fatto le corna a Ibrahimovic - riferisce ridendo Colapesce - ancora più surreale".

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