«Noi stiamo mettendo in campo tutte le nostre forze e le nostre risorse ma da soli non possiamo farcela. Roma comprenda la gravità della crisi idrica in Sicilia e sia solidale»: l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino parla al telefono mentre attraversa alcune delle zone più inaridite dell’Isola nel tragitto fra Catania e Palermo. E soprattutto, a 24 ore dalla richiesta approvata in giunta di dichiarare lo stato di calamità nazionale.
Il presidente Schifani e Sammartino hanno ricevuto da qualche giorno una prima stima dei danni provocati ai comparti agricolo e zootecnico dalla crisi idrica: «Fino al 30 marzo sono stati evidenziati danni per un miliardo. Ma c’è una proiezione che ci indica che se si andrà avanti così fino alla fine dell’estate ci saranno danni per 2 miliardi e mezzo».
La richiesta partita da Palazzo d’Orleans all’indirizzo di Palazzo Chigi è quella di garantire acqua potabile ai cittadini e l'approvvigionamento idrico ai settori agricolo e zootecnico, oltre che alle imprese impegnate nei cantieri dell'Isola: «Sono necessari - ha spiegato Schifani - sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico che sono in gravissima difficoltà».
Sammartino entra nel dettaglio: «Se il governo nazionale accetterà di dichiarare lo stato di emergenza, potremo ottenere la moratoria dei mutui e delle cambiali agrarie che altrimenti le aziende piegate dalla crisi non potrebbero onorare. In più potrebbero essere sospesi gli obblighi verso l’Inps evitando così alle imprese di non avere più il Durc in regola, cosa che impedirebbe a sua volta di ottenere aiuti in futuro».
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