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Commissione Antimafia, Schifani: «Più somme per la videosorveglianza nei Comuni. Mafia e lobby? Presto nuove regole»

Il governatore Schifani, in occasione della presentazione della relazione dell'organo parlamentare, ha annunciato nuove misure di contrasto alla criminalità organizzata

«Verificheremo la possibilità di inserire per bando una somma per la realizzazione degli impianti di videosorveglianza nei Comuni che ne sono privi. Ci sono ragazzi che conoscono soltanto l’ambiente di strada, siamo intervenuti in questa direzione con il bonus palestre affinché possano sottrarsi alla criminalità ed educarsi». Così all’Ars il presidente della Regione Renato Schifani, in risposta alla relazione sull'attività della Commissione antimafia. «Studieremo misure che, pur mantenendo la libertà d’impresa nel rilascio delle autorizzazioni, metteranno grande attenzione sul rapporto tra i rappresentanti delle aziende e la Regione evitando la presenza di intermediari».

«Nel contrasto alla criminalità organizzata la politica non deve dividersi, perché si farebbe un favore alla mafia: non dobbiamo mai abbassare la guardia sul sequestro dei beni, intercettando anche i tentativi dei mafiosi di trasferirli a soggetti terzi», ha sottolineato il presidente della Regione. «Non possiamo consentirci l’errore di pensare che la mafia sia stata sconfitta con l’arresto di Messina Denaro però ha sicuramente cambiato pelle, infiltrandosi nella pubblica amministrazione: dobbiamo reagire alla sua presenza contrastandola con compostezza e determinazione, non con proclami ma con provvedimenti e sequestri», aggiunge Schifani. Che accoglie con favore le proposte fatte dalla Commissione Antimafia.

«La mafia è cambiata, si inserisce nella pubblica amministrazione, nel controllo del territorio e lo fa per guadagnare e affermare il proprio potere: è finita la mafia della raffinazione della cocaina che poi veniva esportata. Oggi entra anche in certi grossi business, penso a settori in
forte sviluppo in Sicilia, sappiamo bene che per alcuni investimenti siamo attrattivi. Ci sono aziende che presentano non con loro rappresentanti legali ma con classici lobbisti, figure che lavorano per ottenere le autorizzazioni. Io accenderò un faro, studieremo delle misure, pur nella libertà della trasparenza del rilascio delle autorizzazioni: ci accingiamo a sottoscrivere un atto di indirizzo sulla disciplina del rapporti tra la Presidenza, gli assessorati e e l’intermediazione. Dobbiamo reagire, con compostezza senza grandi proclami».

Schifani pone l'accento da parte del suo governo in difesa delle vittime di femminicidio e per la lotta al crack: «Con delle piccole modifiche le norme del collegato alla finanziaria regionale che riguardano le assunzioni delle vittime di femminicidio e la lotta al crack non saranno impugnate dal Consiglio dei ministri. Sulla norma per la lotta al racket erano state fatte alcune obiezioni, noi l’abbiamo difesa e non sarà impugnata - ha detto il presidente - Ci siamo confrontanti anche sulla legge per le vittime di femminicidio, che è di grandissimo impatto sociale: il governo nazionale ci aveva detto che sul tema serviva una legge-quadro di carattere nazionale. Ne abbiamo discusso, possiamo dire che questa norma, con una piccolissima modifica che faremo qui in aula, non verrà impugnata».

Infine sul tema della gestione pubblica beni confiscati alla mafia, Schifani ha assicurato che si confronterà con l'Irfis/FinSicilia, braccio finanziario della Regione, «per verificare un eventuale misura per l’abbattimento dei tassi d’interesse per le aziende in amministrazione giudiziaria». «Spesso l’amministratore giudiziario è scritto senza volerlo nella black list delle banche - ha aggiunto Schifani - È giusto
che come governo regionale si possa fare una riflessione, attraverso l’Irfis».

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