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Regionali, il governo blocca gli aumenti: sindacati sul piede di guerra, verso lo sciopero

Roma chiede che i fondi destinati alla progressione di carriera siano pluriennali e l’assessore Messina ritira il provvedimento dall’aula

Il governo annuncia il ritiro delle norme che stanziavano nuovi fondi per avviare le progressioni di carriera e aumentare i premi di rendimento ai dipendenti regionali. Se ne riparlerà con la prossima Finanziaria, dunque a fine anno o all’inizio del prossimo. E subito i sindacati hanno proclamato due sit in che saranno la premessa per lo sciopero generale.
Le trattative fra governo e sindacati sono saltate. L’assessore alla Funzione Pubblica, Andrea Messina, fino a ieri mattina ha incontrato le sigle autonome e i confederali cercando di illustrare un percorso «che comunque entro qualche mese porterebbe agli aumenti di stipendio frutto del rinnovo del contratto e all’inizio del 2024 all’avvio della riclassificazione». Cioè al cambio di mansioni che permetterà di inquadrare in categorie più elevate una parte dei dipendenti che oggi si ritrovano in A e B.

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