«È successo che un giocatore si è tolto la maglia della propria squadra e ha giocato con quella dell’altra. Il presidente della Regione deve intervenire»: dagli studi di Tgs il coordinatore di Fratelli d’Italia, Giampiero Cannella, ha invocato così la sostituzione dell’assessore all’Istruzione, il leghista Mimmo Turano, reo di aver fatto vincere il centrosinistra a Trapani. Una mossa che sarà la scintilla per un rimpasto che, dopo i ballottaggi, porterà a più di un cambio in giunta.
Il day after delle Amministrative vede a sinistra la resa dei conti per il fallimento del patto Pd-grillini-sinistra. Mentre a destra si apre la partita della giunta regionale. La Lega è andata forte anche a Trapani, dove è passata dall'1,7% di cinque anni fa all'8,7 attuale. Ma questa dote di consensi è foriera di bufera. I voti sono infatti andati – dietro lo scudo di un simbolo civico – al candidato del centrosinistra Giacomo Tranchida, determinandone la vittoria al primo turno contro l'uomo del centrodestra, Maurizio Miceli (FdI). A quest'ultimo sarebbe bastato un 2,5% in più per vincere. E dunque gli 8,7 punti dei leghisti che hanno scelto la metà campo avversaria hanno un peso specifica enorme. Che mette a rischio la poltrona dell'assessore Turano. È lui l'uomo forte a Trapani e FdI ieri ha di nuovo chiesto a Schifani di toglierlo dalla giunta. Una mossa che il presidente sta valutando anche se nulla avverrà prima dei ballottaggi di metà giugno.
La partita è molto più complicata di quanto sembri. Turano finora ha goduto dell’appoggio del vice presidente della Regione, Luca Sammartino. Ieri però, sempre dagli studi di Tgs, la coordinatrice leghista Annalisa Tardino si è mossa con più cautela: «La Lega discuterà al proprio interno di quanto è successo a Trapani. Lì in primo luogo c’è da ricostruire il partito, visto che non siamo riusciti a presentare una lista ufficiale». Frasi riferite al fatto che Turano non ha costruito la lista del Carroccio ma ha lasciato che i suoi fedelissimi andassero con un simbolo civico col centrosinistra. Non proprio una difesa a spada tratta dell’assessore. Che ieri a sua volta ha evitato i giornalisti limitandosi a dire che «c’è un problema politico di cui si farà carico il mio partito».
La Tardino ha effettivamente rispedito la palla a Palazzo d’Orleans aggiungendo di attendersi un confronto ampio con Schifani: un modo per dire che non può essere Fratelli d’Italia a silurare un assessore della Lega. Il partito di Salvini chiederà una valutazione complessiva della giunta, estesa dunque anche agli assessori di Fratelli d’Italia: sa, la Tardino, che alcuni uomini della Meloni rischierebbero in caso di rimpasto (in primis Francesco Scarpinato ai Beni Culturali e forse anche Elvira Amata al Turismo). E ovviamente la Tardino ha lasciato intendere che non accetterà ridimensionamenti rivendicando anzi il risultato delle Amministrative. Dunque Turano potrebbe essere sostituito ma solo con un altro leghista e contemporaneamente ad altri assessori di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. I boatos prima del voto indicavano l’assessore alla Salute Giovanna Volo e quello al Bilancio Marco Falcone fra i «sotto osservazione» in vista del rimpasto. Ma a Catania proprio Falcone ha ottenuto risultati fondamentali per Forza Italia, rafforzando la sua posizione. Nella Lega poi si gioca anche una partita interna perché la Tardino non ha gradito il generale ricorso a liste civiche. Sammartino nel Catanese ha usato il simbolo Prima Italia. E per questo la coordinatrice avverte: «Io a Licata ho conquistato il 10% presentando il simbolo Lega-Salvini Premier. Vorrei che tutti facessimo così per radicare il partito in Sicilia».
È un quadro esplosivo che suggerisce prudenza al coordinatore di Forza Italia, Marcello Caruso: «La cosa importante è che il voto ha rafforzato il centrodestra e l’azione di governo bocciando il campo largo del centrosinistra. Per quanto riguarda il resto, Schifani aveva già detto che dopo le elezioni avrebbe avviato una verifica nel governo. In questo ambito discuterà con la Lega, con cui il rapporto è solido». Da Palazzo d’Orleans filtra però il forte malessere del presidente dei confronti dell’assessore all’Istruzione. A lui Schifani ha già contestato sia il sostegno politico al centrosinistra a Trapani che alcuni problemi amministrativi che hanno portato alla rivolta di enti e sindacati del mondo della formazione professionale.
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