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Legambiente fa i conti sui rifiuti in Sicilia: centinaia di milioni non spesi, ecco per quali impianti

La discarica di Bellolampo

Legambiente interviene sull’ipotesi che il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani riceva dal governo di Roma l’incarico di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Legambiente, in una nota, si dice «largamente scettica».

«Per la nostra associazione, infatti, nella nostra regione non occorrono commissari straordinari e subcommissari per l’emergenza rifiuti, c’è bisogno invece che la Regione - si legge nella nota firmata dal presidente di Legambiente Sicilia Giuseppe Alfieri e dal responsabile per l’economia circolare Tommaso Castronovo - si impegni concretamente affinché si realizzino gli impianti per il riciclo dei materiali e per la gestione della frazione organica, che sono nettamente in sottonumero rispetto alle esigenze dei territori siciliani».

La vera emergenza in Sicilia, prosegue Legambiente, «non è data dal rischio che si esauriscano gli spazi per l’abbancamento nelle discariche nei prossimi anni ma che si perdano definitivamente le centinaia di milioni di euro per realizzare gli impianti pubblici per il riciclo e a servizio della raccolta differenziata, gli unici impianti veramente utili per liberare la Sicilia dai rifiuti». Secondo Alfieri e Castronovo, «se il presidente della Regione ritiene che i poteri ordinari di cui gode oggi l’istituzione regionale non siano sufficienti a far fronte al tema della gestione dei rifiuti, suggeriamo di chiedere poteri straordinari per sbloccare 260 milioni del Fesr, Fsc e Poc 2014-2020 previsti dalla delibera di giunta regionale n.148 del 1 aprile 2021, destinati alla realizzazione degli impianti per il trattamento dell’organico a Catania, a Randazzo, a San Cataldo, a Rosolini, a Lampedusa, a Lipari, a Pantelleria e per l’impianto di selezione della frazione secca differenziata a Caltagirone». Poi Legambiente Sicilia incalza: «Se è possibile, chieda pure i poteri straordinari per realizzare l’impianto di compostaggio di Calatafimi-Segesta e l’ampiamento di quello di Sciacca, con i 18 milioni previsti dal Piano operativo ambiente Fsc 2014-2020 come dalla delibera di giunta 473 del 17 dicembre 2019, di quello di Ravanusa oltre a rimettere in funzione il polo tecnologico di Castelvetrano di contrada Airone con i 25 milioni rideterminati nella delibera di giunta n.3 del 3/1/2019». L’associazione ricorda poi «che già il predecessore dell’attuale presidente della Regione poteva contare su poteri straordinari per realizzare gli impianti di compostaggio di Casteltermini e Vittoria finanziati con l’Odpc (ordinanza di protezione civile) n. 513 del 8/3/2018 per oltre 14 milioni di euro».

Un’occasione anche dai fondi del Pnrr, «destinati - si legge nella nota - proprio per superare il gap impiantistico e gestionale della nostra regione nel Ri-ciclo integrato dei rifiuti, oltre 90 milioni per realizzare 3 impianti di biodigestione anaerobica a Corleone, Messina e a Priolo e altri 20 milioni per gli impianti di recupero e riciclo dei pannolini e pannoloni a Messina e Palermo. Ed ancora, 60 milioni del Pnrr sono destinati direttamente alla città di Palermo per migliorare la raccolta differenziata - ancora inchiodata al 15% - e trasformare la discarica di Bellolampo in un polo tecnologico dell’economia circolare attraverso un avanzato impianto di selezione e valorizzazione dei rifiuti differenziati e un impianto di biodigestione anaerobica». Impianti e interventi che devono essere realizzati entro il 2026, pena la perdita delle risorse.

 

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