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Oltre un milione alle primarie del Pd, pesa l’assenza dei giovani in Sicilia

Palermo.Gazebo del PD a Piazza Castelnuovo per l'elezione del Segretario. Ph.Alessandro Fucarini

I primi dati delle primarie per la guida del Pd sono una doccia fredda per il comitato di Stefano Bonaccini. Lo spoglio dei seggi è iniziato indicando un testa a testa fra il presidente dell’Emilia Romagna ed Elly Schlein, con un vantaggio per quest’ultima.  Alle 22.30 Schlein era  sopra il 60 per cento in Sicilia, a Catania  poco sotto il 70%, in vantaggio  anche a Palermo. «La partita è aperta, lo spoglio sarà lungo, dovremo aspettare tutta la nottata», ha detto Dario Nardella, che è in squadra con il governatore dell’Emilia Romagna. I primi a comunicare sono stati i seggi delle grandi città, dove Schlein è favorita: nel voto fra gli iscritti aveva vinto. Con stime basate su qualche migliaio di voti, Youtrend da Schlein davanti a Roma, Milano e Torino, con un rapporto variabile dal 70%-30% al 60%-40%.

«Al momento, non ci sono dati ufficiali provenienti dal Pd», si sono affrettati a sottolineare dal partito. Serve più tempo alle città del sud, dove Bonaccini è considerato favorito. Un indicatore della situazione in bilico sembrano essere gi umori ai comitati: facce compassate da Bonaccini, euforia da Schlein. Le prime immagini delle code ai seggi, in mattinata, hanno portato un pò di sereno nella stanze del Pd. E nella squadra di Schlein, che ha sempre considerato un punto a favore un’alta partecipazione. I dati della giornata sono andati fin da subito oltre le aspettative: quasi 600 mila i votanti alle 13. Alla fine sono stati più di un milione. Non sono i 3,5 milioni del 2007o l’1,6 milioni del 2019. Ma si tratta di un risultato comunque insperato alla vigilia, quando i due contendenti stentavano a sbilanciarsi e, messi alle strette, dicevano che già un milione di elettori sarebbe stato un successo.

Le aspettative per la nuova stagione del Pd si concentrano anche sulla capacità di chi va a sedersi al Nazareno di costruire una nuova squadra, di voltare pagina con i dirigenti. Per tutta la campagna, i due sfidanti si sono rinfacciati la vicinanza o l’appoggio dei vari esponenti di vertice del partito, accusati della crisi del Pd culminata nell’ultima sconfitta, quelle delle politiche di settembre: Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e dem al 19,1%. Chi prende le redini del partito è chiamato a dimostrare già dai nomi il senso del cambiamento. Non ci sono ruoli e compiti già definiti. Però ci sono i propositi di Bonaccini e di Schlein e i volti di chi li ha affiancati in questi mesi. Il presidente dell’Emilia Romagna ha più volte detto di puntare sugli amministratori locali. La competitor punta invece su donne e giovani. Nella squadra che ha aiutato Bonaccini durante il congresso ci sono la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il senatore Alessandro Alfieri. Sono considerati papabili per un ruolo nel partito anche la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, e il primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci Antonio De Caro. Schlein ha scelto come portavoce della mozione il deputato Marco Furfaro. In squadra con lei ci sono anche le deputate Chiara Braga e Chiara Gribaudo, il deputato Marco Sarracino, oltre al senatore Francesco Boccia. Difficile prevedere se Bonaccini e Schlein potranno convivere nelle stanze del Nazareno, come successo in quelle della Regione Emilia Romagna.

I loro profili sono diversi. L’amministratore navigato lui, neo (re)iscritta lei, dopo essere uscita dal partito nel 2015, in polemica con la linea del segretario d’allora, Matteo Renzi. La giornata dei due candidati è iniziata alle urne. Bonaccini ha votato nella sua Campogalliano, in provincia di Modena. Poi, nel pomeriggio, si è spostato a Casalecchio di Reno, a 10 chilometri da Bologna, per attendere i risultati del voto. Per Schlein, gazebo a Bologna e, qualche ora più tardi, viaggio in treno fino a Roma, per seguire le fasi dello spoglio nel comitato allestito in un teatro, lo Spazio Diamante.

Pochi giovani ai gazebo in Sicilia

In Sicilia le operazioni di voto per le primarie del Pd sono state caratterizzate da una costante affluenza, soprattutto nelle grandi città,  che ha lasciato soddisfatto il partito.

«A Palermo è andata molto bene fin dall’apertura dei seggi alle 8 del mattino - ha commentato Anna Maria Saitta, presidente di seggio dell’ottava circoscrizione del gazebo montato a piazza Politeama - abbiamo avuto un’affluenza costante nonostante alcuni tempi di attesa a causa delle sottoscrizioni dei documenti di ogni votante. La pazienza dei cittadini però è stata encomiabile». L’unico neo la bassa partecipazione giovanile: «La partecipazione dei giovani non è stata così elevata come, devo ammettere, mi sarei aspettata - sottolinea la presidente -. Rappresentano comunque il 30% dei votanti, quindi non possiamo dire sia andata male».

«In provincia di Ragusa hanno votato 3695 persone, 2549 (69%) per Bonaccini, 1146 per Schlein (31%). Attendiamo ora il risultato nazionale per sapere chi guiderà il PD», annuncia  il deputato del Pd all’Assemblea regionale siciliana, Nello Dipasquale. «Stefano o Elly, sono sicuro che chiunque dei due farà il bene della nostra comunità. Il Partito Democratico, comunque, ancora una volta, vince la partita della partecipazione, segno distintivo di una comunità determinata a costruire il proprio futuro»

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