Sempre più in salita la strada per i precari Covid. Durante l'audizione in commissione Sanità all'Ars l'assessore Giovanna Volo non ha sciolto il dubbio sulla proroga. Anzi, prende sempre più corpo l'ipotesi di uno stop ai contratti che sono in scadenza martedì prossimo.
La linea della giunta Schifani sarebbe quella di interrompere il rapporto con i tecnici (circa 1.300) ed è in forte dubbio anche la proroga per gli amministrativi (altri 2 mila assunti nel 2020). Alla base di tutto c'è l'incertezza su queste figure nata dalla legge in discussione a Roma, che apre alla stabilizzazione di medici e infermieri ma esclude del tutto i tecnici e pone parecchi paletti per gli amministrativi. Ma sulla procedura pesa soprattutto la recente relazione dell'ex direttore del dipartimento Pianificazione Strategica dell'assessorato alla Sanità, Mario La Rocca, che ha previsto un buco di 400 milioni nei conti del 2023 suggerendo in primis di bloccare questi rinnovi, vista anche la diminuita esigenza di far fronte a contagi.
Durante l'audizione in commissione oggi la Volo ha precisato che in ogni caso il governo regionale non potrebbe procedere in via amministrativa e servirebbe quindi una legge all'Ars. Ma i tempi sono strettissimi.
E nel frattempo si apre lo scontro anche dentro la maggioranza. Perché Fratelli d'Italia, che si è intestata la partita dei rinnovi, ha protestato con Marco Intravaia chiedendo al presidente Schifani e all'assessore Volo un cambio di rotta: “In attesa che si giunga alla soluzione definitiva, ci appelliamo al Governo regionale affinché proceda con una proroga almeno fino a dicembre 2023. Abbiamo ripetutamente sottolineato quanto siano indispensabili al comparto della sanità la loro professionalità ed esperienza, maturate nei momenti più bui del Covid. Questi lavoratori meritano di avere risposte sul loro futuro e in questo momento in cui i loro contratti sono in scadenza ci appelliamo al presidente Renato Schifani e all’assessore Giovanna Volo, che hanno già manifestato la loro sensibilità, affinchè procedano con la proroga, continuando ad assicurare servizi indispensabili ai cittadini siciliani”.
Il partito di chi vuole la proroga è trasversale all'Ars. D'accordo anche il Pd, che con Nello Dipasquale ha criticato l'attendismo del governo: “Ad oggi non esiste alcuna certezza sul futuro dei lavoratori che sono stati impegnati nell'emergenza Covid: né riguardo alla stabilizzazione, né per una eventuale proroga dei contratti che scadranno il 28 febbraio. Il governo regionale brancola nel buio”.
Pronti a scendere in piazza anche Cgil, Cisl e Uil che hanno fissato un sit in sotto Palazzo d'Orleans per lunedì prossimo in cui chiederanno in primis la proroga di tutti i contratti: “I precari Covid hanno garantito i servizi ordinari e straordinari delle aziende, hanno contribuito al miglioramento dell’assistenza al cittadino e lavorato per una sanità pubblica, gratuita e votata all’erogazione di prestazioni di qualità. Oggi, a causa di una mancanza di strategia organizzativa e di una visione di lungo periodo - affermano i segretari regionali di Nidil Cgil, Andrea Gattuso, Felsa Cisl, Giuseppe Cusumano, e UilTemp Sicilia, Danilo Borrelli - queste professionalità rischiano di disperdersi e la macchina amministrativa della sanità di collassare nuovamente proprio con l’arrivo dei fondi del Pnrr. Ci troviamo di fronte ad una gravissima ingiustizia nei confronti del personale tecnico, lasciato fuori da ogni previsione sia di proroghe che percorsi alternativi per l'internalizzazione dei servizi. Non si capisce perché gli amministrativi vengano inseriti nel decreto Milleproroghe e il personale tecnico-informatico no. Non possiamo accettare disparità di trattamento. Per questo lunedì 27 febbraio scenderemo in piazza, alle 15 davanti a Palazzo d’Orleans, con gli stessi lavoratori e con tutti coloro che vorranno aderire a questa iniziativa” .
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