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Roma salva il bilancio della Regione, ok al fondo per i voli con la Sicilia. Plaude Schifani

Giorgia Meloni e Renato Schifani
Approvata in commissione Bilancio alla Camera la norma "Salva Sicilia" che permette alla Regione di superare i rilievi della Corte dei Conti sul bilancio 2020. Tecnicamente la norma è entrata nel maxiemendamento alla legge di Stabilità  nazionale e mira a spalmare in dieci anni, anziché in tre, il disavanzo di 866 milioni contestato dalla Corte dei Conti.
Il testo è stato fortemente invocato da giorni dal presidente Renato Schifani che su questo ha trattato col ministro Giorgetti.
Il maxiemendamento viaggia verso la fiducia e dunque la Salva Sicilia è blindata. In base al testo la Regione è "autorizzata a ripianare in quote costanti, in dieci anni a decorrere dall'esercizio 2023, il disavanzo 2018 e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022".
Si sblocca così anche la Finanziaria regionale. Per Schifani "grazie a un gioco di squadra del centrodestra si è evitato un grave problema per la Regione, dovuto a dubbi interpretativi più che a reali emergenze finanziarie. Andiamo avanti, il caro voli è il prossimo problema da risolvere". 

Inoltre, per promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità è istituito presso il Mit un apposito fondo per garantire un «completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia e da e per la Sardegna» con una dotazione di 5 milioni per il 2023 e 15 milioni dal 2024. Lo prevede un emendamento riformulato alla manovra approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Le disposizioni si applicano ai cittadini residenti nelle regioni Sicilia e Sardegna.

Gli altri provvedimenti

Domani mattina dalle 8 il testo approderà nell’aula di Montecitorio, dove venerdì 23 dicembre è atteso il voto di fiducia, con la discussione sugli ordini del giorno che dovrebbe concludersi entro la mattina del 24, comunque prima di Natale. Si sblocca, dunque, l’iter parlamentare del testo, allontanando forse lo spettro dell’esercizio provvisorio.
Dopo 6 giorni di sedute infruttuose, costellate da lunghe pause, bocciature di emendamenti delle opposizioni, accantonamenti, riformulazione dei testi e ricerca di una mediazione politica, stanotte al settimo giorno la Commissione ha dato vita alla sessione di votazione in batteria degli emendamenti. Un percorso difficile, che ha risentito dei tempi brevi di una sessione di bilancio compressa e di alcune incertezze nelle scelte poliche della maggioranza, con testi di 'pesò prima presentati e poi ritirati.
A sbloccare l’impasse la scelta fatta ieri sera dalla maggioranza di eliminare un testo, non depositato, su un possibile scudo penale per chi non presenta la dichiarazione dei redditi e poi si ravvede. Una volta sgomberato il campo da quel provvedimento è partito il voto in batteria, con le opposizioni che hanno rivendicato il loro intervento.
La manovra mette in campo provvedimenti per 35 miliardi di euro, di cui 21 sono destinati alle misure per la mitigazione dell’aumento del costo dell’energia. Un testo, dunque, che prova a misurarsi con lo scenario geopolitico ed economico legato al conflitto in corso in Ucraina da 10 mesi, che ha portato alla crescita del costo dell’energia e alla corsa dell’inflazione. Un contesto così variabile che il governo ha già specificato a fine marzo potrebbe esserci bisogno di nuovi interventi in materia di conto energetico.

Ma la discussione in Commissione si è concentrata soprattutto sulle misure legate al resto delle risorse. La maggioranza parla di una manovra per far ripartire il Paese, le opposizioni di un testo che taglia risorse ai più poveri.
E’ stata confermata la variazione da mille a cinquemila euro per il tetto al contante. Mentre è stata stralciata la rimozione delle multe per gli esercenti che rifiutano l’uso del Pos fino a 60 euro, visti gli appunti dell’Ue. E’ stato deliberato inoltre di istituire un tavolo tra banche ed imprese per tagliare i costi di utilizzo del Pos nelle transazioni fino a 30 euro per gli esecenti con fatturato fino a 400mila euro.
Tra le proposte più discusse la tassa sugli extraprofitti, che si applicherà solo alle aziende con almento il 75% dei ricavi dal settore energetico. Spicca l’incremento a 600 euro per le pensioni minime degli over 75. Sono state votate anche misure di pace fiscale e per la decontribuzione al Sud che movimentano circa 1,6 miliardi.
Spazio anche a due provvedimenti che inizialmente dovevano essere contenute nel Dl Aiuti quater: la proroga fino al 31 dicembre del termine per presentare le Cila asseverate per il superbonus e la rateizzazione dei debiti (circa 900 milioni) delle società sportive. La cosiddetta norma 'salva calciò che ha acceso lo scontro tra le parti.
Le modifiche, inoltre, hanno ridotto ulteriormente il ricorso al reddito di cittadinanza per il prossimo anno, in attesa di una revisione sotanziale dal 2024. Ora chi rifiuterà anche la prima offerta di lavoro perde il diritto al sussidio. Attualmente invece la norma stabilisce che si intende offerta 'congruà quella che valuta «la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti)».

Nel settore immobiliare c'è una detrazione di imposta pari al 50% del'Iva per l’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2023, di abitazioni di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente.
Il mutuo potrà essere rinegoziato, passando dal tasso variabile a quello fisso. La misura, dispone il testo, è rivolta a coloro che hanno un Isee fino a 35mila euro e devono rinegoziare un finanziamento che non superi i 200mila euro.
In materia di tributi, viene disposto che la stralcio automatico delle cartelle sotto i 1.000 euro non varrà per le multe e le tasse locali. Ad eccezzione degli interessi, che verranno comunque cancellati, saranno gli enti locali a decidere se procedere o meno a depennare o l’imposta dovuta.
Cambia come previsto 18 App, viene sostituita da due strumenti, una carta cultura giovani ed una legata al merito scolastico. Per i diciottenni sono previste due nuove card, cumulabili, che assegnano 500 euro per i consumi culturali, una per coloro che hanno un Isee familiare fino a 35mila euro ed una per gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti alle scuole superiori. La misura è finanziata fino ad un massimo di 190 milioni di euro annui. L’emendamento prevede anche la creazione di un Fondo nazionale per lo spettacolo in sostituzione del Fus.

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