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Gelo nei banchi di centrosinistra e M5s, Conte: «Sarà opposizione dura»

Giuseppe Conte

Gelo nei banchi di centrosinistra e Cinque Stelle. Un leggero tepore fra quelli dei terzopolisiti. Fino ad arrivare agli infuocati seggi del centrodestra. Il Movimento 5 stelle è pronto «a denunciare le vostre incongruenze, le inadeguatezze», ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, in dichiarazione di voto sulla fiducia al governo, in corso alla Camera. «La nostra sarà una opposizione solida e puntuale, ancorata ai bisogni dei cittadini, per questo sarà implacabile e intransigente», ha aggiunto, mentre in altri due passaggi ha accusato il premier di non aver detto la parola «pace» per l’Ucraina e nulla in merito al caro-bollette.

Ma ancor prima delle dichiarazioni in Aula, è la reazione dei gruppi parlamentari al discorso di Giorgia Meloni a spiegare quali sono i posizionamenti dell’opposizione rispetto al governo che si è appena insediato. Il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle promettono opposizione senza sconti. Azione e Italia Viva parlano di «retorica» senza alcuna proposta concreta, ma non escludono la loro collaborazione qualora ci dovessero essere in futuro proposte condivisibili. Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ascolta l’intervento della presidente del Consiglio dal suo scranno, in silenzio. E al termine, in silenzio raggiunge gli uffici del Partito Democratico alla Camera. I dem, in ogni caso, sono in fibrillazione per quello che definiscono «un manifesto ideologico» più che un programma di governo. E assicurano che, qualora ci fossero i temuti passi indietro sui diritti, la loro «opposizione sarebbe fermissima», spiega la capogruppo dem, Debora Serracchiani. L’ex ministro del lavoro, Andrea Orlando, si affaccia in Transatlantico e, incalzato dai cronisti, segnala l’assenza nel discorso di Meloni di «ogni riferimento alle politiche per il lavoro, del precariato, dei redditi». A preoccupare, tuttavia, è soprattutto la parte che riguarda il fisco con quel riferimento alla tassa piatta e alla pace fiscale. «Giorgia Meloni ha proposto un’Italia più ingiusta: condono ai furbi, occhiolino agli evasori, meno tasse ai ricchi», sottolinea Nicola Zingaretti. «Strumenti che servono solo a chi ha di più e spingono in fondo alla fila i più esposti, i più fragili», commenta Serracchiani. (Un discorso, quello di Meloni, che porta Matteo Orfini a chiedere una accelerazione al congresso del Partito Democratico. Giovedì Letta riunirà la segreteria, il giorno dopo sarà la volta della dirzione. All’ordine del giorno c’è l’agenda dell’opposizione e il timing del congresso. Che si prevede concluso entro marzo. «Con questo governo non si possono attendere cinque mesi», avverte però Orfini. Il Movimento 5 Stelle risponde ironico a Meloni: «Meno male che erano pronti», scrive sui social network Giuseppe Conte ricordando lo slogan utilizzato da Meloni e dalla sua coalizione in campagna elettorale.

«Il tema è la discontinuità politica da Mario Draghi», dice Riccardo Ricciardi, capogruppo Cinque Stelle : «Io non ho avvertito nessuna differenza dal governo Draghi. Avrebbe dovuto dire una cosa semplice: che si deve fare lo scostamento di bilancio» per «dare un aiuto serio e corposo alle famiglie. Fa specie che non si sia menzionato il governo grazie al quale oggi in Italia ci sono 240 miliardi di Pnrr», conclude Ricciardi. Anche Carlo Calenda, che pure aveva annunciato la disponibilità a discutere i provvedimenti che Azione giudicherà condivisibili, bolla il discorso della presidente del consiglio come «una infinita lista della spesa condita con quintali di retorica, ma nessuna traccia sul ‘comè fare le cose. Nessuna scelta o idea di paese. E’ tutto un ‘ma anchè. Sembrava un intervento di Conte, altro che rivoluzione sovranista. Una noia mortale», aggiunge Calenda che, tuttavia, salva l’attacco di Meloni contro il reddito di cittadinanza e il posizionamento internazionale dell’Italia. «Grande soddisfazione per l’intenzione di Fratelli d’Italia di istituire una commissione d’inchiesta che indaghi sulla gestione della pandemia e in particolare modo faccia luce su chi ha eventualmente lucrato sugli acquisiti covid», arriva da fonti di Italia Viva che sottolineano: «Matteo Renzi è da sempre in prima linea su questo e non farà mancare il suo contributo». Ma i renziani accolgono con favore anche la forte conferma arrivata da Meloni sulla collocazione atlantista del Paese. Per Raffaella Paita, capogruppo Iv al Senato, la «vaghezza sui temi economici» rappresenta, invece, le ombre del discorso di Meloni. Più caustico il deputato Iv, Luigi Marattin: «Spero che il presidente Meloni si sia resa conto che non è più all’opposizione», dice Marattin per il quale il discorso di Meloni è tutto finalizzato a strappare «qualche standing ovation».

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