Poco meno di ventiquattro, lunghissime ore di riflessione, poi, nel primo pomeriggio di ieri, l’annuncio: nonostante il dietrofront M5s dal campo progressista siciliano, Caterina Chinnici resta in sella nella corsa alle elezioni regionali, front runner di ciò che resta della colazione di centrosinistra, ridimensionata al binomio Partito democratico-Cento Passi. Una scelta corroborata sulla base del combinato disposto di due fattori, maturati sempre nella giornata di ieri, tra la rinnovata fiducia da parte del Pd e l’epilogo del dramma «impresentabili», tutto favorevole ai desiderata dell’europarlamentare, visto che, dopo Angelo Villari e Luigi Bosco, anche il terzo esponente Dem non gradito in lista elettorale da Chinnici perché indagato dalla magistratura, ossia Giuseppe Lupo, ha rinunciato alla candidatura all’Ars. Ma il vento, in realtà, ha cominciato a girare intorno alla mezzanotte di lunedì scorso, al termine del primo, incandescente atto della riunione del Partito democratico, andato in scena dopo quattro rinvii consecutivi per fare il punto sul terremoto scatenato dallo stappo grillino, sui nomi da presentare alle regionali e, soprattutto, sul nodo Chinnici, ascoltando le voci (molto più di fievoli rumors) che spingevano su Claudio Fava come nuovo candidato a Palazzo d’Orleans. Ampi servizi sul Giornale di Sicilia oggi in edicola
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