Il nome a sorpresa è quello di Marta Fascina. E dimostra che Berlusconi si fida ciecamente di Gianfranco Miccichè per garantire alla giovane compagna l’elezione in Parlamento. L’ex premier ha deciso di schierare in Sicilia la Fascina, nel collegio uninominale di Marsala per la Camera.
Quello della Fascina non è però il solo nome «esterno» alla Sicilia che Forza Italia ha deciso di schierare nelle liste per la Camera e il Senato nell’Isola. Nel collegio proporzionale 1 per la Camera c’è Giorgio Mulè, il giornalista di origini nissene che ha svolto gran parte della carriera a Milano ed è ora sottosegretario uscente alla Difesa. Nel collegio uninominale di Gela per il Senato c’è poi Stefania Craxi, la figlia di Bettino. Infine, in posizione utile per l’elezione c’è un altro giornalista milanese, Paolo Emilio Russo. Un nome voluto da Berlusconi la cui elezione sarà frutto di un puzzle intricatissimo.
Russo è il secondo in lista nel collegio plurinominale 2 per la Camera in Sicilia orientale. Ma la capolista è la deputata messinese uscente Matilde Siracusano, che è anche in un collegio uninominale. Lì potrebbe essere eletta (in base ai sondaggi è molto probabile) lasciando così il posto a Russo.
Ma si può creare un altro scenario. Russo – per il gioco dell’alternanza uomo/donna – è capolista anche nel collegio 3 plurinominale per la Camera. Potrebbe quindi optare per quel seggio e in quel caso il posto lasciato libero dalla Siracusano andrebbe alla terza in lista, l’altra uscente Urania Papatheu.
È il frutto dei complicati meccanismi di questa legge elettorale. Gli altri capolista – e dunque di certo eletti – di Forza Italia saranno Bernadette Grasso, ex assessore regionale al Personale, alla Camera e Stefania Prestigiacomo al Senato. Nell’ultimo collegio plurinominale per la Camera Forza Italia schiera la deputata regionale uscente Margherita La Rocca Ruvolo, che scalza quindi l’altro deputato agrigentino Riccardo Gallo (uomo vicinissimo a Marcello Dell’Utri).
Nei collegi uninominali la new entry è Tommaso Calderone, capogruppo uscente all’Ars, vicinissimo a Miccichè. E poi c’è la conferma della bagherese Gabriella Giammanco.
Restano fuori nomi di peso. In primis, Giulio Tantillo, il presidente del consiglio comunale di Palermo che aveva sperato nel salto a Roma. Resta fuori anche il deputato regionale etneo Marco Falcone, per cui 140 sindaci e amministratori ieri avevano rivolto un appello a Berlusconi e Miccichè.
Il coordinatore regionale ha piazzato quasi tutti i fedelissimi, rinunciando per equilibrio di correnti (e per pressing di Berlusconi) ad altri nomi a lui vicinissimi. La questione dei paracadutati aveva agitato la vigilia in Forza Italia. E malgrado le proteste dai territori ha prevalso la linea di Berlusconi: tutelare i fedelissimi.
Micciché a sua volta sarà capolista al Senato ma correrà anche per le Regionali: «Cosa farò se verrò eletto in entrambi i ruoli? Vedremo…».
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