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Calenda ed Emma Bonino lanciano il fronte repubblicano e aprono le porte al Pd

Carlo Calenda ed Emma Bonino (foto Lami)

Un Patto Repubblicano per far rimanere Mario Draghi a Palazzo Chigi. O quanto meno per sbarrare la strada ai sovranisti e non far cestinare, a chi prenderà la guida del Paese dopo le elezioni del 25 settembre, l’«Agenda Draghi». Ed è proprio sui contenuti di questa Agenda che Azione e +Europa hanno presentato oggi nella sede della Stampa Estera 14 punti da sottoporre ai potenziali alleati, a partire dal Pd di Enrico Letta col quale - ha sottolineato la senatrice Emma Bonino - «è finalmente partita un’interlocuzione».

«Noi cerchiamo - ha spiegato il leader di Azione Carlo Calenda - un’alleanza sui contenuti che presentiamo oggi e non sono contenuti generici, parliamo di rigassificatori, termovalorizzatori, revisione del reddito di cittadinanza, che vuol dire anche salario minimo. Facciamo un’agenda - ha proseguito - un Patto Repubblicano aperto ai cittadini e aperto alle personalità politiche, chi ci vuole stare ci sta e noi siamo molto contenti».

Naturalmente, il patto è precluso a tutte le forze che hanno contribuito alla caduta del governo Draghi, con riferimento particolare al M5S, ma, stando alle parole di Calenda, anche a chi, pur avendone fatto parte, ha preso altre strade come il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tranchant, in questo senso, il commento dell’eurodeputato, che interpellato su Di Maio ha risposto: «Non so proprio chi sia».

Appare invece ben avviato il dialogo col Pd, che potrebbe portare a un accordo importante per i collegi maggioritari: «Enrico Letta è una persona seria e siamo pronti a discutere», ha detto Calenda. Quanto al merito dei temi messi sul tavolo da Azione e +Europa, Calenda, Bonino, Della Vedova, Magi e Costa (era presente anche il transfuga azzurro Andrea Cangini) si sono soffermati su quelli di maggiore attualità, come il salario minimo e la questione energetica. In particolare, alludendo alle proteste di M5s sul termovalorizzatore di Roma, Calenda ha affermato che «all’Italia servono undici termovalorizzatori e due rigassificatori e vanno fatti, se è necessario trattando le aree come se fossero zone militari perché è una questione di sicurezza nazionale».

Gli esponenti delle due forze politiche hanno anche convenuto sulla necessità di porre fine al reddito di cittadinanza, come condizione per introdurre un salario minimo capace di contrastare il lavoro povero. Ovviamente, uno dei capisaldi del Patto è l’atlantismo in politica estera, e a questo proposito Della Vedova ha indicato la priorità di sconfiggere «il duo Meloni-Salvini, che è come il duo Orban-Putin, offrendo un’alternativa». «Noi - ha aggiunto Calenda - abbiamo sempre sostenuto che i Cinque Stelle erano populisti, antiatlantisti e antieuropeisti. Cosa verificata con la sfiducia al governo Draghi, per la quale abbiamo assistito a una scena miserabile». Tornando alle prospettive di alleanza con altre forze politiche all’interlocuzione col Pd, Emma Bonino ha sottolineato che «starà anche al Pd aprire, ma non mi posso presentare nella sede del Pd con un bazooka».

 

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