L’exit strategy in realtà è restare dentro il Palazzo. Il governatore siciliano Nello Musumeci, visto con irriducibile insofferenza dal pezzo del centrodestra che fa riferimento al forzista Gianfranco Miccichè, appare tentato dalle dimissioni per consentire il voto anticipato da far coincidere con le Politiche del 25 settembre. In modo da godere dell’effetto trascinamento, che in fondo varrebbe in entrambe le direzioni della doppia sfida, regionale e nazionale. Di certo spingerebbe a piene vele l’ambito bis a Palazzo d’Orleans del politico di Militello In Val di Catania. La prima finestra utile per il presidente della Regione, in caso di scadenza naturale del mandato, infatti, sarebbe solo il 9 ottobre (troppo tardi...), l’ultima il 13 novembre. Così il ragionamento e l’attenta analisi dei tecnicismi elettorali sono stati avviati, perchè se Musumeci volesse forzare i tempi dovrebbe dimettersi entro la prima decade di agosto.
Le manovre su vari campi sono partite. L’irrequieto presidente dell’Ars Miccichè ha convocato per oggi pomeriggio i leader del centrodestra - anche se FdI aveva chiesto di attendere l’esito del tavolo nazionale - con l’obiettivo di lanciare il candidato alternativo a Musumeci. Potrebbe essere Raffaele Stancanelli, anche lui della 'squadrà di Giorgia Meloni: potrebbe acquietare Fratelli d’Italia, con uno spostamento a Roma delle ambizioni di Musumeci. Uno scenario che riappacificherebbe il centrodestra e che non esclude affatto l’election day visto con favore e grande ottimismo da FdI e dagli altri partiti. Basta sentire un esponente della Lega: «Ci sono tutte le condizioni per il centrodestra in Sicilia di ripetere un risultato come il 61 a zero del 2001 alle prossime elezioni politiche. La Sicilia - afferma il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia - sarà dunque ancora laboratorio per un centrodestra unito che possa riconquistare il Paese e la Regione. Diventa molto probabile che l’elezione del presidente della Regione e del Parlamento siciliano coincida con il voto per l’elezione della Camera e del Senato».
E da parte sua, Musumeci parla dello scenario nazionale, ma non può non pensare anche alla sua Sicilia quando afferma che «è tempo dunque di ridare la parola ai cittadini, di renderli nuovamente protagonisti come richiede una sana democrazia. La battaglia elettorale che ci aspetta sarà lunga e impegnativa, ma la condurremo con passione».
L’ultima tentazione di Nello, appunto.
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