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Ddl randagismo: rifugi, finanziamenti e banca dati. Tutte le nuove regole in Sicilia

Nuove strutture, finanziamenti e banca dati, queste le novità del nuovo testo regionale sulla tutela degli animali approvato ieri all'Ars.

Negli ultimi giorni la notizia che ha destato più curiosità del nuovo disegno di legge si riferiva alla più basilare norma di educazione civica, lavare con l’utilizzo di acqua la pipì del proprio cane. Il testo, però, va oltre, a cominciare dalla realizzazione di nuove strutture.

È stato deciso, infatti, lo stanziamento di 3,5 milioni di euro per la costruzione di nuovi rifugi pubblici, uno per ogni capoluogo e uno ogni 500 mila abitanti, al cui interno sarà possibile svolgere le attività di sterilizzazione, microchippatura e di cura degli animali; una manovra di grande respiro per tutte quelle strutture ormai al collasso.

Di concerto ai nuovi rifugi è stata prevista anche la realizzazione di 14 centri di pronto soccorso: ad occuparsene sarà l’Asp, fornendo finalmente al cittadino un punto di riferimento pubblico ben preciso per le esigenze dell’animale.

Anche il controllo territoriale è stato riformato: i Comuni, infatti, saranno più responsabili del controllo territoriale. Per far si che ciò accada, facendo quindi rispettare anche le più elementari norme civili, è stato deciso che le somme derivanti dalle multe rimarranno nelle casse comunali; una spinta motivazionale in più.

Inoltre, alle Amministrazioni comunali spetterà il contributo di solidarietà, uno strumento economico che potrà essere utilizzato per la ristrutturazione dei luoghi adibiti alle cure degli animali e l’acchialappatura, per la quale sarà utilizzato anche il corpo forestale con un risparmio calcolato di 7 milioni di euro in cinque anni.

Ma chi controlla i controllori? Per rispondere alla domanda è stato istituito l’ufficio del Garante, che dovrà diffidare le amministrazioni che non attueranno i dovuti controlli sul territorio e potrà, contestualmente, controllare quali compiti verrano portati a termine dai Comuni.

Grandi novità anche in tema di associazioni e aiuto dai privati cittadini: riconoscendo il grande valore e il prezioso aiuto delle associazioni, sono state eliminate tutte le lungaggini burocratiche che, precedentemente, rallentavano l’iscrizione di quest’ultime all’albo regionale, basterà che rispettino le condizioni del terzo settore. In più, un cittadino potrà iscriversi ad un albo comunale per poter prestare aiuto nel settore senza dover essere iscritto ad una associazione: basterà infatti una breve formazione e potrà fornire il suo contributo.

Sono tantissimi i punti di svolta della nuova legge, dai corsi di modifica comportamentale e polizze assicurative i proprietari di cani con tratti di disfunzione comportamentale al controllo che, eventuali trasferimenti degli animali da una regione all’altra, avvengano per comprovati criteri migliorativi delle loro condizioni, ma in assoluto la punta di diamante del testo è rappresentato dalla banca dati del Dna, un nuovo strumento al fianco del microchip nella lotta all’abbandono e agli allevamenti inopportuni.

Genotipicizzando il cane, infatti, si può risalire al padrone, creando un maggior controllo sul territorio, ad esempio in caso di abbandono di cucciolate. Un metodo che al momento è utilizzato in Svezia per poter risalire al padrone dell’animale e multarlo in caso di mancata pulizia degli escrementi. In Sicilia, però, si prova ad andare oltre, come spiega Giovanni Giacobbe, consulente scelto per la realizzazione di questo disegno di legge: «È una nuova visione. Con la banca dati - spiega - riusciremo a risalire a tutti coloro i quali si sono resi protagonisti di un certo tipo di comportamenti. L’abbandono di cucciolate, allevamenti per mero guadagno, che poi creano il fenomeno del randagismo, saremo in grado di intercettarli e risalire al padrone». Al momento, conferire il Dna del proprio animale sarà obbligatorio per i padroni degli esemplari femmina.

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