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Draghi: «Se il governo riesce a lavorare continua, rinvio alle camere? Chiedete a Mattarella»

Mario Draghi

«Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce no. Sono fibrillazioni importanti perché riguardano l’esistenza del governo, ma diventano più importanti se l’esecutivo non riuscisse a lavorare». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando e quello dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Questo «anche per tanti altri che dicono che a settembre faranno sfracelli o che minacciano cose terribili: un governo con ultimatum non lavora, a quel punto il governo perde il senso di esistere. Se si ha la sensazione che è una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si ha fatica, bisogna essere chiari», ha sottolineato. Una settimana delicata per la stabilità dell’esecutivo a guida Mario Draghi, dove ad agitare le acque c’è il MoVimento 5 Stelle che non dovrebbe partecipare al voto di giovedì in Senato sul dl Aiuti. «Ho già detto che per me non c’è un governo senza il M5S e non c’è un governo Draghibis».

«Rinvio alle camere? Chiedete a Mattarella»

«Quando ho letto quella lettera» dei Pentastellati «ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo, anche i temi discussi con i sindacati sono in quella direzione», ha detto il premier che sull’ipotesi di un rinvio alle Camere ha puntualizzato: «bisognerà chiedere al Presidente Mattarella». Una giornata, quella dell’esecutivo e del premier, iniziata con l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati definito «positivo». Tra i temi trattati salario minimo, aiuti a famiglie e imprese, inflazione, caro bollette. «L’economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi, prime tra tutti l’andamento del costo della vita. E’ necessario fare interventi strutturali, gli interventi ad hoc trovano meno logica e spiegazione perchè sono giustificati quando l’inflazione è un fenomeno temporaneo, ma - ha spiegato - quando comincia ad essere un fenomeno stabile gli interventi devono essere strutturali anche perchè bisogna preservare la competitività delle aziende italiane. Gli interventi, in questa fase, sono a favore dei lavoratori ma l’altra questione è che sono interventi urgenti. Urgenti e strutturali sono le caratteristiche della discussione fatta oggi, molti avranno luogo nella legge di bilancio ma altri devono essere fatti prima».

Misure per frenare la scalata dei prezzi

Draghi ha precisato che ci sarà un intervento prima della fine di luglio che riguarderà strumenti per mitigare effetti per l’aumento del prezzo dell’energia, il provvedimento «è in corso di valutazione, ci saranno interventi proporzionati al reddito. La determinazione del governo c’è, non si spendono 33 miliardi se non ci fosse stata la convinzione del governo di aiutare gli italiani a superare questo momento difficile. Il governo ha fatto già molto per famiglie e imprese, ora è importante mettere in campo misure strutturali per incrementare il netto salariale. Un nostro obiettivo è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai redditi più bassi».

Il nodo salario minimo

Sulla questione del salario minimo il presidente del Consiglio ha affermato che con i sindacati è stato discusso «il rinnovo dei contratti collettivi, l’osservazione che ho fatto è che la contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, quindi non è accettabile che alcuni siano scaduti da 3 anni, alcuni addirittura da 9, ora dobbiamo rinnovare quelli scaduti nel commercio e dei servizi. L’altra questione è stata che noi dobbiamo affrontare un salario che copre tutti i lavoratori perchè non tutti sono coperti dai contratti collettivi, questi vivono in una situazione di incertezza e vulnerabilità, noi tutti dobbiamo agire nell’interesse di questi lavoratori. A livello europeo è stata approvata la direttiva» sul salario minimo «e il governo intende muoversi su questa direzione».

Non ci sarà uno scostamento di bilancio

E sulle risorse necessarie per portare avanti questi provvedimenti ha assicurato che non sarà necessario a momento uno scostamento di bilancio. Draghi ha poi ricordato che ci sarà un nuovo incontro con i tre leader Landini, Bombardieri e Sbarra tra due settimane «quando il governo presenterà un provvedimento che è stato definito corposo. Occorre essere insieme, occorre un coinvolgimento con le parti sociali», ha concluso il presidente del Consiglio. Al termine dell’incontro di stamane diverse sono state le posizioni dei sindacati. Per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, si è trattato di un incontro che «non ha risolto i problemi, non sono stati dati numeri né indicazioni. Risposte non ne abbiamo avute, numeri non sono stati fatti. Si è accennato ai temi che vanno affrontati come la difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni, salario minimo e precarietà». Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha invece parlato di «un incontro positivo, potenzialmente decisivo». I sindacati hanno chiesto al governo di «valutare entro dicembre la necessitaà di procedere anche a uno scostamento di bilancio. C’è convergenza per affrontare questo argomento insieme». Anche il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri ha chiesto interventi urgenti: «Sull’emergenza, sul salario, sulle pensioni abbiamo chiesto di intervenire subito, non siamo in grado di aspettare la manovra con interventi che vadano in vigore a gennaio dell’anno prossimo. Noi abbiamo chiesto interventi strutturali, è ora di farla finita con il bonus - ha concluso - abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, la contrattazione di secondo livello, intervenire attraverso il cuneo per aumentare il netto in busta paga a lavoratori e lavoratrici e pensionati, su questo il governo ha preso tempo e ha detto che si svolgerà un confronto l’ultima settimana di luglio».

 

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