«Oggi si conclude lo stato di emergenza ma non finisce la pandemia. Si entra solo in una gestione ordinaria delle migliaia di casi che continueremo ad avere, purtroppo. Per questo motivo le strutture messe in piedi in questi anni per la sicurezza non verranno smantellate»: Ruggero Razza spiega perché la Regione Siciliana non volterà pagina e, malgrado regole di vita sociale meno stringenti, da oggi poco cambierà nell’affrontare il Covid. E si spinge a ipotizzare, l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, «una quinta ondata e una quarta dose di vaccino almeno per alcune categorie».
Che fine faranno gli hub vaccinali, i centri per i tamponi, i Covid hospital e le Usca?
«Andiamo con ordine. I grandi hub non li avremo più. Avremo centri di vaccinazione nei distretti sanitari e ci appoggeremo ancora a farmacie e medici di famiglia. L’hub di Palermo sarà l'ultimo a chiudere, a fine anno, perché ha ancora numeri elevati. Le Usca andranno avanti anche oltre il 30 giugno, anche se avranno meno personale. I Covid hospital verranno riconvertiti alle funzioni originali ma potenzieremo i reparti di malattie infettive nei quali i posti letto saranno adeguati al numero dei malati. Se questi aumentano, torneremo ad alzare la guardia. Nei centri per i tamponi facciamo ancora 20 mila test al giorno. Sono strutture indispensabili per il tracciamento dei positivi e per le dichiarazioni di fine isolamento, per questo motivo non chiuderanno».
A proposito, la Sicilia continua a essere la regione col maggior numero di pazienti in isolamento domiciliare. Sono 208.785, la Campania è seconda ma ne ha solo 165 mila. Come lo spiega?
«Abbiamo già mandato una diffida ad alcuni manager delle Asp perché ci risultano gravi ritardi nella comunicazione dei dati sui guariti. È un problema più avvertito nelle piccole province dove non c’è una struttura commissariale».
Finite le regole dettate dallo stato di emergenza, ce ne saranno altre specifiche che introdurrete in Sicilia?
«Non credo. Ma il monitoraggio dei positivi resta la cosa più importante. Per questo motivo il presidente Musumeci ha chiesto, come prevede l’ultimo decreto legge nazionale, dei poteri speciali per la prosecuzione di alcune attività di monitoraggio. Per esempio in aeroporti e porti. Bisogna evitare un liberi tutti anche perché in Sicilia ci sono ancora tanti positivi, almeno uno in ogni famiglia».
Ci sono anche troppi non vaccinati. Secondo gli ultimi dati, 850 mila senza la terza dose e 650 mila totalmente no vax. Cosa non ha funzionato?
«C’è stato qualche problema di comunicazione, si è seminata paura in qualche occasione. Ma è il sistema che non ha lavorato bene, ha dato la sensazione di non avere le idee chiare. Musumeci mi ha appena chiesto di prevedere una nuova campagna di sensibilizzazione. Magari evitando di chiamare il vaccino con quel termine incomprensibile, booster, e parlando di richiamo come per l’antinfluenzale».
Quanto è costata la pandemia dal solo punto di vista sanitario?
«Nel 2021 circa 600 milioni. Ci saremmo aspettati un intervento economico dello Stato ma accanto a noi abbiamo avuto il ministro della Salute e non quello dell'Economia. Noi abbiamo il bilancio in pareggio perché abbiamo utilizzato fondi extra regionali ma ci sono Regioni con disavanzi molto forti, anche di 300 milioni».
In questo momento avremmo già dovuto avere 571 nuovi posti di terapia intensiva e sub intensiva. Ma ne avete finiti solo un centinaio. Cosa non ha funzionato?
«Alcune ditte hanno avuto difficoltà legate ai materiali, come capita in tutti i settori per ora. Ma riusciremo a finire tutto in tempo. Per questo motivo Musumeci ha chiesto al governo Draghi di poter mantenere le strutture commissariali che stanno seguendo questi appalti fino al 31 dicembre: dovranno ultimare la parte del piano finanziata con i fondi nazionali mentre. Gli altri lavori, che abbiamo finanziato con 100 milioni nostri, li seguiranno le Asp».
Durante lo stato d’emergenza che si sta chiudendo lei è stato coinvolto nell’inchiesta sui dati falsi su morti e positivi. Come rilegge quella vicenda ora?
«Ho imparato che le attività di difesa vanno esercitate nelle sedi opportune. Mi ha fatto piacere leggere nella relazione degli ispettori dell'Istituto superiore di sanità che non c'è mai stata alcuna variazione del quadro epidemiologico e che la Sicilia si è caratterizzata per decisioni rigorose. Non fuggo alle accuse ma le affronto. Penso di aver fatto bene a dimettermi, mi veniva addebitato di aver modificato le zone rosse. Ma registro la violenza di alcune dichiarazioni in cui si è detto “sono morte persone per colpa tua”. Tesi già smentita dall’inchiesta. La politica tocca livelli di barbarie che il dibattito non dovrebbe concedersi».
Micciché sostiene che lei abbia usato la sanità per colpire Forza Italia.
«È stato fatto un enorme sforzo sul personale e sull'edilizia sanitaria e come sulle tecnologie. Avrei voluto fare altre cose e probabilmente ora non sarà possibile per colpa dei due anni di pandemia. Ma mantengo l'auspicio che chi ci sarà dopo di me possa portare avanti la programmazione ma intanto ci sono ancora alcune mesi per fare correre tante altre azioni. Mi fa piacere che il Cervello di Palermo proprio ieri ha bandito il concorso di progettazione del nuovo ospedale per la zona ovest della città con 240 milioni di investimento. Mi aspetto che entro i prossimi mesi lo stesso accada per il nuovo Policlinico e per il restyling del Civico».
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