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Pene più aspre per chi danneggia i beni culturali, la Sicilia esulta

L'assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà

«L'inasprimento delle pene nei confronti di chi arreca danno al patrimonio culturale e di chi ruba o traffica reperti e opere d’arte, è un segnale importante, perché la cultura nel nostro Paese non è un inutile orpello, ma elemento fondante essenziale della nostra identità profonda». A sottolinearlo è l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega), che commenta in questo modo la nuova legge approvata all’unanimità dalla Camera, che introduce - fra l’altro - il reato di furto di bene culturale e inasprisce le pene previste per i reati di devastazione e saccheggio di opere d’arte, parchi archeologici, musei e paesaggio, oltre che per riciclaggio e ricettazione riferiti all’arte.

«Bene anche l’avere introdotto i delitti di distruzione, danneggiamento, imbrattamento e deturpamento di beni culturali e paesaggistici - aggiunge Samonà - perché in questo modo si danno nuovi strumenti di prevenzione e di repressione delle condotte illecite e si va nella direzione di un raccordo con il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine, fra cui non si può non citare il Nucleo per la tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, che, in Sicilia, svolge un’azione determinante per la salvaguardia dei nostri beni culturali e del paesaggio».

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