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Assunzioni per migliaia di precari della Sanità, via libera dal Governo

Operatori sanitari della terapia intensiva

Le modalità sono ancora tutte da definire ma il comunicato finale del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla manovra parla chiaro: «Gli enti del Servizio sanitario nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza». E sempre nel capitolo Sanità, è stato confermato che le borse di studio per gli specializzandi in Medicina vengono significativamente aumentate e portate in via permanente a 12 mila l’anno.

Sono 53 mila i precari

«Seguiremo ora con attenzione l’iter parlamentare della legge e la fase di definizione delle modalità e delle risorse necessarie per le assunzioni che ci auguriamo possano essere sufficienti per coprire l’intera platea di circa 53 mila precari in servizio già impegnati in prima linea da quasi un anno e mezzo nell’emergenza Covid», commenta Giovanni Migliore, presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). Che insieme con gli Ordini professionali aveva chiesto a gran voce che le migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari assunti a tempo determinato per l’emergenza, venissero stabilizzati con contratto definitivo in tempi rapidi. «Si tratta non di una semplice riconoscenza per il lavoro degli ultimi mesi - sottolinea - ma di un reale riconoscimento del loro ruolo per i prossimi anni, per dare al sistema le gambe per poter correre. Le Aziende sanitarie e ospedaliere hanno adesso l’opportunità di ridisegnare i modelli di assistenza, di riprogettare gli ospedali e le strutture sanitarie, di rafforzare la formazione». Grande gioia è stata espressa dal presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli anche per le 12mila borse di specializzazione all’anno per farle corrispondere al numero dei medici laureati e abilitati.

L'imbuto formativo per i neolaureati

«In questo modo probabilmente riusciamo a riassorbire completamente l’imbuto formativo e a consentire a tutti i neolaureati in Medicina di avere una chance per potersi formare - dice Anelli - i nostri medici studiano dai 9 agli 11 anni, acquisendo competenze ed esperienze, prima di entrare stabilmente nel sistema. Sino ad oggi questo percorso era bloccato dal collo di bottiglia tra le lauree e le specializzazioni, le borse erano inferiori al numero dei laureati». Dal canto suo il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook sottolinea l’importanza del momento per la Sanità italiana: «Dopo le circa 30.000 borse finanziate negli ultimi due anni, si chiude l’epoca dell’imbuto formativo. Ogni laureato in Medicina deve avere la possibilità di specializzarsi. Questi giovani professionisti sono il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale». E proprio a Speranza, al ministro dell’Università Maria Cristina Messa, all’intero governo, gli Ordini di medici e operatori sanitari e la Fiaso rivolgono un ringraziamento «per essersi intestati e aver portato avanti insieme a noi questa battaglia, che garantirà finalmente un futuro ai nostri giovani e al Servizio sanitario nazionale».

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