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Bilancio Regione Siciliana, la contesa finisce alla Corte Costituzionale

La Consulta dovrà pronunciarsi sul braccio di ferro con la Corte dei Conti per la parifica del rendiconto del 2019

Il Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale, a Roma

Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sul conflitto di attribuzione deliberato dalla Regione Siciliana, che si oppone alla questione di legittimità sollevata proprio davanti alla Consulta dalle Sezioni riunite della Corte dei conti di Roma con due distinte ordinanze su due profili del rendiconto regionale per il 2019.

La Regione ha deciso andare a giudizio dopo il parere acquisito dal proprio ufficio legislativo e legale. I giudici romani il 7 ottobre avevano accolto il ricorso della Procura generale contabile che aveva contestato il giudizio di parifica, seppur con qualche osservazione, emesso dalle Sezioni riunite della Corte dei conti per la Sicilia che avevano dato così il via libera al documento, poi approvato dal governo di Nello Musumeci. L’Assemblea siciliana a sua volta aveva dato l’ok al rendiconto il 29 settembre come da parifica: poi il 7 ottobre è arrivata la decisione che ha di fatto aperto il contenzioso.

La questione più spinosa è relativa all’articolo 6 della legge regionale numero 3 del 17 marzo 2016 con la quale era stato autorizzato l’uso del fondo sanitario per pagare le rate del mutuo contratto dalla Regione per finanziare il piano di rientro del debito della sanità. Secondo la Corte dei Conti quelle risorse dovevano essere utilizzate per la spesa corrente nella sanità e non per coprire i debiti del sistema; è vero anche, fanno notare alla Regione, che la stessa Procura contabile non aveva mosso alcuna contestazione nel 2017, sollevando il problema solo l’anno scorso. Inoltre, con la legge 9 del 2021, l'Ars ha stabilito che a partire dal 2022 il mutuo sarà coperto solo con fondi del bilancio ordinario della Regione, mentre in Assemblea è all’ordine del giorno una norma che per quest’anno prevede che la rata di mutuo sia coperta per 80 milioni con fondi del bilancio regionale e 47,8 milioni con risorse del fondo sanitario regionale.

La Ragioneria generale della Regione ritiene che per gli esercizi 2016-2018 non vi siano effetti finanziari derivanti dall’eventuale accoglimento della questione di costituzionalità sollevata in quanto la retroattività incontra il limite dei rapporti definiti «come i rendiconti degli esercizi finanziari». L’altra questione si legittimità riguarda il fondo crediti di dubbia esigibilità; per i giudici quel capitolo deve avere una capienza di 43,5 mln a fronte dei 34,99 appostati: 8,5 mln di differenza. Su questo punto il governo nella legge di assestamento del bilancio ha appostato già questa somma.

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