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Elezioni in Sicilia, tensioni nel centrodestra: Musumeci incontra i partiti, lunedì tocca alla Lega

Micciché invita il presidente a dialogare con l'Ars: «In questa Regione è necessario, molto più che a Roma»

Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, con Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars

Una partita a scacchi. E la Sicilia è la scacchiera. Il centrodestra fra tattiche e primi nomi è ormai proiettato verso le prossime elezioni regionali e comunali che si svolgeranno il prossimo anno.

«A giocare la partita non ci sono solo due giocatori. Non chiedetemi della candidatura per la Regione perché non so cosa rispondere», afferma Gianfranco Miccichè, che non è proprio un politico di primo pelo. A tenere banco è ancora l'iniziativa di Matteo Salvini che non fa mistero di puntare a mettere uno dei suoi al vertice di Palazzo d'Orleans - e che per questo ruolo ha indicato il suo delfino in Sicilia Nino Minardo, segretario del partito - ma che ha provocato la dura reazione di Nello Musumeci («La Lega esca dal governo, a questo punto»). In un primo momento si è ipotizzato che il governatore fosse pronto ad azzerare la giunta, lasciando così il cerino nelle mani dei «traditori», che agiscono nell'ombra all'Assemblea. Oppure, si pensava volesse mettere alla porta l'assessore leghista Alberto Samonà per le colpe del Capitano. Ma è ancora tutto fermo.

Oggi, intanto, è arrivata la mossa dell'Udc, con un gran colpo di mercato: Roberto Lagalla. A «benedire» la new entry è sceso in Sicilia Lorenzo Cesa, il leader nazionale dell'Udc, che ne ha approfittato per incontrare, assieme ai dirigenti siciliani, proprio Nello Musumeci, al quale ha confermato «la lealtà del partito». «È stato un incontro proficuo», dice Cesa. Che dà un'altra notizia: «Musumeci incontrerà tutti i partiti per concordare le cose da fare da qui fino alla fine della legislatura».

I primi confronti con i segretari regionali dei partiti del centrodestra per concordare e definire un programma di fine legislatura sono già iniziati. Il primo incontro si è svolto a Palazzo d'Orleans proprio con la delegazione dell'Udc, guidata da Cesa, accompagnato dal segretario regionale Decio Terrana, dagli assessori Mimmo Turano e proprio Roberto Lagalla. La delegazione centrista ha ribadito la lealtà dei propri rappresentanti al governo della Regione e ha focalizzato con Musumeci alcuni temi prioritari, a cominciare dal disegno di legge di riforma del commercio, atteso da decenni, e dai temi legati all'ambiente e alla riorganizzazione della macchina amministrativa.

Lunedì 4 ottobre, quindi all'inizio della prossima settimana, Musumeci incontrerà anche il segretario regionale della Lega, Nino Minardo.

Clima più disteso? «Per niente, è tattica politica», azzarda un big della maggioranza. «È necessario che Musumeci dia alcuni chiarimenti su determinate situazioni - suggerisce Miccichè -. Io gli voglio veramente bene: anche se abbiamo avuto qualche scontro iniziale, quattro anni fa ho accettato la sua candidatura con entusiasmo». Il consiglio è dialogare: «In questa Regione il rapporto tra governatore e Ars è obbligatorio, molto di più che tra premier e Parlamento nazionale - afferma il leader di Forza Italia -. Il rapporto deve essere molto forte: credo che ci sia stata tanta gente che abbia giocato molto a mettere zizzania e ha sbagliato. Sono stati stupidi, hanno fatto solo il danno della Sicilia».

Se l'incertezza complica lo scenario regionale, a Palermo, dove si voterà la prossima primavera, l'ingresso di Lagalla nell'Udc dirada alcune nubi. Lunedì, dall'incontro con la Lega, Musumeci dovrebbe trarre segnali definitivi.

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